Coldiretti: ecco quanto spendono gli italiani per le vacanze
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Il caso di una coppia di napoletani apre alla possibilità di essere risarciti per i danni biologici subiti da un viaggio da sogno promesso e mai vissuto
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Danni morali per mitigare le delusioni dell'estate 2023: voli cancellati, aeroporti chiusi, incendi nei camping, disagi imprevisti e vacanze da incubo, con pacchetti venduti dalle agenzie che promettono giorni meravigliosi in resort o hotel dove all'arrivo si scopre l'inganno. Da adesso i tour operator dovranno fare attenzione: la Cassazione ha stabilito che chi abbia le ferie rovinate (rientra anche il ritardo aereo nella fattispecie) non soltanto deve ottenere il rimborso, ma anche il risarcimento per i danni biologici e il danno morale subiti.
Per chiedere il ristoro al giudice di pace, si avranno tre anni di tempo, grazie alla vicenda di una coppia di napoletani, che è arrivata fino in Cassazione, ha impiegato oltre dieci anni. E non è ancora finita, perché adesso sarà il tribunale civile di Napoli a stabilire quanto il tour operator, che nell'agosto del 2012 gli aveva venduto un pacchetto "all inclusive" a Cuba con promesse di una vacanza da sogno dalla quale la realtà era molto lontana, debba pagare.
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I due, riporta il Messaggero, prima di rivolgersi al giudice di pace avevano atteso un anno. Forse per dodici mesi avevano rimuginato su quelle settimane agognate sulle spiagge cristalline di Varadero, che alla fine erano diventate una disavventura. Nulla corrispondeva con quanto garantito nel depliant. Dal volo partito con più di tre ore di ritardo, all'hotel con piscina: capelli nel lavandino, lenzuola sporche. Nella piscina dell'hotel galleggiavano bottiglie, il cibo era di pessima qualità. Tutto documentato.
Dopo un anno si erano presentati chiedendo il ristoro dei danni subiti davanti al giudice di pace che aveva accolto il ricorso, ma poi, la sentenza era stata impugnata e, in secondo grado, il Tribunale di Napoli aveva ribaltato la decisione: rigettando le richieste della coppia per intervenuta prescrizione del diritto al risarcimento.
Ora però i giudici della Suprema Corte spiegano come evidentemente il giudice d'appello non abbia tenuto conto del danno non patrimoniale individuato "come ampia e onnicomprensiva categoria concernente qualsiasi ingiusta lesione di un valore inerente alla persona, costituzionalmente garantito, dalla quale consegua un pregiudizio non suscettibile di valutazione economica". Gli ermellini sottolineano come i danni da vacanza rovinata rientrino tra violazione dei diritti della persona, garantiti dall'articolo 2 della Costituzione.