Nel Documento di economia e finanza si stima una crescita dell'1% del Pil italiano e un deficit al 4,5%. Il ministro Urso: "Col Pil all'1%, tre miliardi di euro in più per famiglie e cuneo fiscale"
Il Consiglio dei ministri ha approvato il Def 2023. Nel Documento di economia e finanza si stima una crescita dell'1% del Pil italiano e un deficit al 4,5%, rispetto a uno scenario tendenziale che vede il Prodotto interno lordo allo 0,9% e l'indebitamento al 4,35%. Il ministero dell'Economia parla di un quadro economico-finanziario che rimane incerto e rischioso". "Con il dato tendenziale di una crescita all'1% nel 2022, resterebbero circa tre miliardi di euro in più di quanto ci si aspettava, che saranno destinati al sostegno dell'impresa e delle famiglie, soprattutto al taglio del cuneo contributivo", ha evidenziato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Giorgia Meloni: "Il Def traccia linea di stabilità, credibilità e crescita".
Nonostante l'allentamento negli ultimi tempi degli effetti negativi derivanti dalla pandemia e dal caro energia, il quadro economico rimane incerto "a causa della guerra in Ucraina, di tensioni geopolitiche elevate, del rialzo dei tassi di interesse ma anche per l'affiorare di localizzate crisi nel sistema bancario e finanziario internazionale".
Nel 2022 il rapporto debito/Pil è risultato pari al 144,4%, 1,3 punti percentuali inferiore rispetto alla previsione del Dpb di novembre. Lo evidenzia il Mef. "Una diminuzione che, coerentemente agli obiettivi indicati nello scenario programmatico continuerà progressivamente nel 2023 al 142,1%, nel 2024 al 141,4, fino a raggiungere il 140,4% nel 2026. Tuttavia non possono essere ignorati gli effetti di riduzione del rapporto debito/Pil che si sarebbero potuti registrare, se il Superbonus non avesse avuto gli impatti sui saldi finora registrati".
Il Def punta a ridurre gradualmente, ma in misura rilevante e sostenuta nel tempo, il deficit e il debito della Pubblica amministrazione in rapporto al Pil. "Coerentemente con questo obiettivo, il governo conferma gli obiettivi di indebitamento netto presenti nel documento dello scorso novembre", evidenzia ancora il ministero in una nota sul Def, indicando gli obiettivi sul deficit contenuti nel Def: "4,5% nel 2023, 3,7 nel 2024, 3,0 nel 2025, fino al 2,5 nel 2026".
Nello scenario tendenziale a legislazione vigente contenuto nel Def, il Pil è previsto crescere dello 0,9% nel 2023 (all'1% nel quadro programmatico). Il Prodotto interno lordo tendenziale per il 2024 è invece dell'1,4% (1,5% programmatico), dell'1,3% nel 2025 e dell'1,1% nel 2026 (stesse percentuali nel programmatico). Il dato relativo al 2023, si precisa, è rivisto al rialzo in confronto al Dpb di novembre, in cui la crescita del 2023 era fissata allo 0,6%.
Nel 2024 lo spazio di manovra aperto dalle stime del Def è pari a circa 4 miliardi. Lo si evince dal comunicato di Palazzo Chigi. "Per il 2024, le proiezioni
di finanza pubblica mostrano che, dato un deficit tendenziale del 3,5%, il mantenimento dell'obiettivo del 3,7% del Pil creerà uno spazio di bilancio di circa 0,2 punti di Pil, che sarà destinato al Fondo per la riduzione della pressione fiscale, al finanziamento delle cosiddette politiche invariate a partire dal 2024 e alla continuazione del taglio della pressione fiscale nel 2025-2026, e concorrerà a una significativa revisione della spesa pubblica e a una maggiore intesa tra fisco e contribuente", si legge.
"Il governo ha tracciato la politica economica per i prossimi anni, una linea fatta di stabilità, credibilità e crescita. Rivediamo al rialzo con responsabilità le stime del Pil e proseguiamo il percorso di riduzione del debito pubblico. Sono le carte con le quali l'Italia si presenta in Europa", ha dichiarato il premier Giorgia Meloni.
L'Fmi stima che il Pil dell'Italia crescerà quest'anno dello 0,7%, ovvero lo 0,1% in più rispetto alle previsioni di gennaio. Nel 2022 la crescita è stata del 3,7%. Il Fondo monetario internazionale ritocca invece al ribasso dello 0,1% la stima per il 2024 al +0,8%, un livello con il quale il Belpaese è il fanalino di coda del G7 il prossimo anno. A livello mondiale il Pil è atteso crescere quest'anno del 2,8% e il prossimo del 3%, -0,1% rispetto a quanto previsto in precedenza per entrambi gli anni.
Per rendere il nostro Paese "più dinamico, innovativo e inclusivo non basta soltanto il Pnrr", afferma ancora il ministero dell'Economia, confermando comunque che "il governo è al lavoro per ottenere la terza rata del Pnrr". Secondo il Mef, "è necessario investire anche per rafforzare la capacita' produttiva nazionale e lavorare su un orizzonte temporale più esteso di quello del Piano e che consenta di creare condizioni adeguate a evitare nuove fiammate inflazionistiche. È questo un tema che deve essere affrontato non solo in Italia, ma anche in Europa".