Ad oggi i ricavi da e-commerce difficilmente superano il 5% delle entrate totali delle aziende attive nel settore
Per le imprese attive nel settore della moda, la chiave per ridare slancio al comparto - dopo anni di crisi – è la digitalizzazione. Un nuovo studio della EY ha rilevato, infatti, che il 91% delle società attive nel comparto è convinto che nei prossimi due anni verranno fatti investimenti significativi in questo senso.
Ben l’87% degli intervistati ha assicurato che incrementerà gli investimenti nel digitale per garantirsi una migliore comunicazione con i consumatori più giovani. Particolare attenzione verrà data anche alla crescita all’estero, tanto che ad essere intenzionato a investire in questa direzione è il 62% delle aziende.
Osservando gli ultimi dati sull’andamento dell’industria italiana del tessile-moda (elaborati dal Sistema Moda Italia su dati Istat), il settore, sebbene si mostri in crescita, mostra ancora delle criticità: il fatturato, dopo aver registrato un’inversione di tendenza tra il 2013 ed il 2014, passando da un -0,7% ad un +2,7%, nel 2015 ha registrato un rallentamento, riportando un più lieve +0,6%.
Il valore della produzione è diminuito per il quarto anno consecutivo (-1,8% nel 2015), così come continuano a diminuire il numero di aziende e gli addetti nel settore. Rispettivamente si para di un -1,1% e di un -0,9%. I flussi con l’estero mostrano poi un calo del saldo commerciale tra import ed export (-5% a 8,7 miliardi di euro dai 9,1 miliardi del 2014), dettato da un aumento del 5,4% delle importazioni e da un rallentamento al +2,1% della crescita delle esportazioni (nel 2014 si registrò un +3,8%). Per quanto riguarda invece il consumo apparente, tra il 2014 ed il 2015 si registra un calo dello 0,7%.
Gli investimenti nella digitalizzazione potrebbero portare vantaggi proprio in questo senso. Ad oggi, nonostante quasi tutte le aziende associate al Sistema Moda Italia possano vantare un sito, solo il 40% di esse ha un portale e-commerce, dal quale però difficilmente si ricavano guadagni superiori al 5% delle entrate totali. Questo perché solo il 4,5% della spesa dei consumatori avviene online.