"A rischio la qualità di un servizio per l'intero Paese", spiega a Tgcom24 Edoardo Mulas Pellerano del sindacato sociale notarile
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Dal 19 al 22 settembre i notai, per la prima volta nella storia, sciopereranno contro la legge sulla concorrenza che, tra le novità, moltiplica le sedi notarili. "C'è un rischio di desertificazione nelle zone più periferiche oltre a una diminuzione della qualità dei servizi - spiega a Tgcom24 il presidente del Sisn (Sindacato sociale notarile) Edoardo Mulas Pellerano -. La nostra è una funzione, delegata dallo Stato, per tutti i cittadini".
"Il pericolo - ricorda ancora Mulas Pellerano - è di un default degli studi notarili" dal momento che le nuove norme abrogano il reddito minimo di almeno 50mila euro annuali e il rapporto tra sede notarili e numero di abitanti (prima era di uno studio per almeno 7mila persone, oggi invece di un notaio per ogni 5mila). Non solo, ma "è evidente - sottolinea il presidente del Sisn - che le zone più ricche economicamente saranno maggiormente ricercate dai notai rispetto alle altre. Temiamo inoltre che il concorso pubblico notarile venga reso meno severo per l'inesistente necessità di nominare nuovi notai" a discapito, quindi, della rigorosità e della qualità del servizio.
Con l'eventuale fallimento degli studi notarili a rischiare, inoltre, sarebbero anche 35mila persone impiegate nel comparto. "Le nuove norme penalizzano un servizio per il Paese", conclude Mulas Pellerano che cita un adagio di un collega anziano: "Più notai vuol dire meno giudici", vale a dire meno complicazioni per i cittadini.