IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Draghi: "C'è un rallentamento della crescita, ma non i sintomi di una recessione" | "Non sono disponibile a un secondo mandato"

Il presidente del Consiglio parla anche del Pnrr: "Ormai è tutto bandito, c'è poco da rivedere"

17 Set 2022 - 22:10

L'economia italiana evidenzia "chiaramente un rallentamento, ma non ci sono sintomi di una recessione". Lo ha detto Mario Draghi, sottolineando che per l'anno prossimo si prevede una mezza recessione e che "non c'è motivo che ci si discosti se la crescita è accompagnata dall'equilibrio dei conti". Per il presidente del Consiglio, "le risorse ci sono. Quello che conta è che le riforme continuino, perché è quello l'ambiente favorevole per la crescita. La crescita non è prodotta dai governi, ma dagli italiani". E sulla questione di un secondo mandato a Palazzo Chigi: "No, non sono disponibile".

"Sul Pnrr ormai è tutto bandito, resta poco da rivedere" - La specifica questione se rivedere o meno il Pnrr "è tema di campagna elettorale, lo lascio un po' da parte", ha affermato il premier. "Ma cerchiamo di capire: si può rivedere ciò che non è stato bandito, e siccome è stato quasi tutto bandito, c'è poco da rivedere. Se ci sono progetti che possono essere sostituiti con altri, non credo sia un problema. Ma affronterei la questione non come fatto ideologico ma pragmatico. Da quando il Pnrr ci è stato dato è cambiato tutto, ciononostante molti progetti sono andati avanti". Draghi rincara poi la dose: "Non riesco a capire come possa diventare una questione così dirimente per il futuro politico del Paese, ma sapete mi mancano un po' alcune percezioni. Quello che è stato fatto è stato fatto, non c'è grande possibilità da fare. Bisogna guardare".

Il decreto "Aiuti ter"

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© L'Ego-Hub

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"Bonus da 150 euro a redditi fino a 20mila euro" - "Prevediamo un contributo sociale di 150 euro per 22 milioni di italiani che guadagnano meno di ventimila euro", ha dichiarato ancora l'ex numero uno della Bce. Ribadendo di non prevedere alcuno scostamento di bilancio, ha poi aggiunto: "Siamo a quota 31 miliardi di euro, che sembra rispondere alla richiesta di scostamento a meno che non si voglia chiedere uno scostamento ogni mese".

La sferzata al partito del "no" sulla delega fiscale - "C'era un accordo con tutte le forze politiche, cioè che la delega fiscale sarebbe stata votata il 7 settembre. Il governo si è impegnato a non scrivere i decreti delegati fino alla data delle elezioni. Il governo ha mantenuto la sua parola. Tutte le forze politiche, tranne una che non ha mantenuto la sua parola e non l'ha votata". In conferenza stampa è arrivata poi la sferzata di Draghi nei confronti di un partito, di cui non fa il nome. "La prima riflessione da fare è quindi che noi abbiamo cercato di fare il possibile. Non mantenere la parola data non è il metodo di questo governo, c'è una grossa differenza tra chi la mantiene e chi no. E non potete dire che la pensate come noi".

"Balnerari? Lega voleva ok dopo il Cdm" - Sulla riforma delle concessioni balnerari il presidente del Consiglio ha mostrato il suo disappunto con Matteo Salvini.  "La dichiarazione del rappresentante della Lega parlava di disaccordo non nel merito ma nel metodo, cioè si sarebbe desiderato l'approvazione del decreto dopo le elezioni. Ma è un metodo che il governo non capisce molto, ci sono i bisogni dei cittadini su cui trovare risposta e fare le cose quando sono pronte. Con questo ragionamento avremmo fatto molto, molto meno", ha evidenziato ricordando che nel frattempo ci sono state le elezioni regionali, comunali, "cioè se di fronte a ogni sussurro di qualunque connotato politico, ci fosse fermati non si sarebbe fatto niente".

"Su sanzioni alla Russia in disaccordo con Salvini" - Sulla Russia e sulle sanzioni "nel centrodestra ci sono tanti punti di vista", ha quindi proseguito Draghi, spiegando però di essere in disaccordo con Salvini, "la sua è una visione che il governo attuale non condivide".

"Caso Orban? Difendiamo lo stato di diritto" - "Noi abbiamo una certa visione dell'Ue: difendiamo lo stato di diritto. I nostri alleati sono Germania, Francia e altri Stati che difendono lo stato di diritto. Com'è che uno si sceglie i partner? Sulla base di una certa comunanza ideologica ma ci dovrebbe essere anche un'altra considerazione: è interesse nazionale? Quali sono i partner che mi aiutano a difendere gli interessi degli italiani meglio? Date le risposte voi", ha infine osservato il presidente del Consiglio Mario Draghi. 

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