La crisi ha ridotto i guadagni dei cittadini in due province su tre, a Prato il calo maggiore
Duomo di Milano © tripadvisor
Gli anni della crisi, dal 2007 al 2015, hanno ridotto, seppure lievemente, il reddito medio degli italiani ma con notevoli differenze tra Nord e Sud Italia. Secondo i dati elaborati dal Sole 24 Ore, nel 2015 il reddito medio dichiarato dai 40.077.000 contribuenti è stato do 20.798 euro, un calo del 1,32% in nove anni. Un riduzione più che accettabile se si pensa che in quell'arco di tempo il Pil è calato del 10%.
Ma a livello territoriale sono state le isole e il sud a pagare il prezzo più alto, fatta eccezione per Prato che si trova in testa alla classifica per diminuzione del reddito procapite, calato del 6,22%. Seguono le province di Olbia Tempio con un -5,24, Barletta Amdria -4,68, Palermo e Catania con una riduzione superiore al 4%.
Tra le grandi città ci sono Roma e Napoli con cali superiori al 3%. A crescere di più sono stati i redditi nella provincia di Bolzano +3,48% e Ptenza +2,82%. Ma va precisato che non sempre aumenti e cali corrispondono ad una crescita o ad una riduzione reale del reddito, che può variare anche se cresce o diminuisce il numero dei contribuenti.
Passando in rassegna invece la lista delle città più ricche, Milano svetta in testa alla classifica con un reddito medio di 28.300 euro, seguita da Bologna, Monza Brianza e Lecco, in coda Crotone con 13.729 euro, Enna Ragusa e Cosenza.