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Ecco perché i dazi mandano giù Borse, euro e criptovalute

Il rischio di una guerra commerciale innescata dall’aumento delle tariffe aleggia sui mercati e gli investitori si preparano a rimodulare la costruzione dei portafogli

03 Feb 2025 - 11:11

Lo spettro di una guerra commerciale è tornato a preoccupare i mercati finanziari. Nel fine settimana il presidente americano Donald Trump ha annunciato le prime misure tariffarie che entreranno in vigore domani, martedì 4 febbraio. La reazione delle Borse è stata forte, con gli asset di rischio in forte calo. Gli investitori non vogliono farsi trovare impreparati, e cominciano a riconsiderare la distribuzione dei portafogli.

UE NEL MIRINO DOPO CANADA, MESSICO E CINA
Per riequilibrare la bilancia commerciale con gli Usa, Trump ha imposto un aumento delle tariffe del 25% sui beni importati dal Messico e del 10% su quelli importati dal Canada. Aumento del 10% anche sui beni cinesi, anche se qui la motivazione è legata all’incapacità del governo di Pechino di fermare le esportazioni di fentanyl. Il Canada ha già annunciato l’imposizione di dazi del 25% sui beni importati dagli Usa come mossa ritorsiva, e il Messico si prepara a fare altrettanto. Ma Trump ha già annunciato la volontà di “punire” anche l’Unione europea, che a sua volta ha fatto sapere di essere pronta a rispondere. Insomma: gli ingredienti per una nuova guerra commerciale (al netto delle aperture al dialogo arrivate dalla Cina) ci sono tutti.

I SETTORI PIÙ COLPITI DAI DAZI
La concreta possibilità di una guerra commerciale non fa bene ai mercati, che notoriamente non amano l’incertezza. Il nuovo contesto potrebbe colpire pesantemente settori chiave dell’industria, come l’automotive, la farmaceutica e i metalli. Non a caso, nella seduta odierna, Stellantis è in pesante rosso. Altro settore che potrebbe risentire dei dazi è quello dei semiconduttori, fondamentale per la crescita economica globale. La fuga dagli asset di rischio è la prima e naturale reazione degli investitori al rischio di una guerra commerciale innescata da Trump. La Borsa giapponese ha chiuso in calo di quasi tre punti percentuali e i listini europei sono tutti in rosso.

EFFETTO INDIRETTO SULLE CRIPTOVALUTE
Volatilità e incertezza hanno colpito pesantemente anche l’asset di rischio per eccellenza: le criptovalute. Dopo l’euforia scatenata dall’elezione di Trump, il Bitcoin ha corretto pesantemente ed è tornato a quota 95mila dollari, con un calo del 5% solo nella giornata di oggi. “I dazi tendono a rallentare i flussi del mercato dei capitali - ha dichiarato a Decrypt, nel merito della manovra di Trump, Juan Leon, Senior Investment Strategist di Bitwise - Gli investitori potrebbero essere preoccupati che i dazi possano prosciugare la liquidità destinata a investimenti alternativi come le criptovalute”.

IL CAMBIO EURO/DOLLARO E LE POLITICHE MONETARIE
La minaccia dei dazi ha già avuto un effetto sul cambio euro/dollaro, visto che la Federal Reserve ha messo in pausa i tagli dei tassi in previsione di un aumento dell’inflazione generato dalla crescita delle tariffe. Al contrario, l’impatto sulla crescita europea (già debole) potrebbe indurre la Bce a incrementare il ritmo dei tagli dei tassi di interesse, aumentando così la divergenza delle politiche monetarie. Sul tema valutario Kamakshya Trivedi, analista di Goldman Sachs, afferma: "Prevediamo che il dollaro salga di circa il 5 percento nel corso del prossimo anno, a causa dei dazi e alla crescita degli Stati Uniti oltre gli obiettivi previsti. Il cambio euro/dollaro sarà al di sotto della parità".

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