Un voto cruciale

Elezioni in Germania, la locomotiva d'Europa si è inceppata: ecco quanto "pesa" l'economia alle urne

Le elezioni del 23 febbraio si svolgono in un contesto economico complesso, segnato da un rallentamento industriale e da un export in calo. Ecco le ricette proposte dai partiti

19 Feb 2025 - 13:24
 © Afp

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Le elezioni in Germania del 23 febbraio si svolgono in un contesto economico complesso, segnato da un rallentamento industriale e da un export in calo. La Germania, storicamente considerata la “locomotiva d’Europa”, mostra segnali di affanno che non si vedevano dai tempi dei lockdown del 2020. I dati più recenti restituiscono un quadro poco incoraggiante: la produzione industriale è scesa del 2,4 per cento su base mensile a dicembre, mentre per tutto il 2024 si registra un calo complessivo del 4,5 per cento. La situazione è resa ancora più delicata dal contesto internazionale, con tensioni geopolitiche e variazioni del costo dell’energia che stanno influenzando i tradizionali settori trainanti dell’economia tedesca.

Industria al rallentatore: il caso del settore automotive

 Un indicatore chiave della crisi è rappresentato dai numeri del comparto automobilistico, da sempre fiore all’occhiello dell’economia tedesca. A dicembre, la produzione legata all’auto ha segnato un calo del 10 per cento rispetto al mese precedente, contribuendo in modo significativo al dato negativo generale. La concorrenza di aziende straniere nel campo dei veicoli elettrici e la dipendenza da forniture energetiche esterne hanno messo in difficoltà colossi come Volkswagen, BMW e Mercedes-Benz. Alcuni piani di austerità e la possibile chiusura di stabilimenti rappresentano una sfida sociale, ancor prima che industriale, per il Paese.

Export in forte ribasso

 La crisi industriale non poteva che riflettersi anche sull’export. Nel 2024, le esportazioni tedesche hanno registrato un calo dell’1,3 per cento, attestandosi a circa 1.555 miliardi di euro. Il dato, seppur non drammatico, è un campanello d’allarme in un Paese abituato a trainare la bilancia commerciale dell’intera eurozona. Alcuni segnali di ripresa si sono comunque intravisti sul finire dell’anno, con un leggero aumento sia dell’export (+2,9 per cento) sia dell’import (+2,1 per cento) a dicembre. Ma la volatilità dei mercati e l’incertezza dovuta alla situazione geopolitica rendono difficile prevedere se questa tendenza possa consolidarsi.

Le proposte sul tavolo: dal Bonus “Made in Germany” alla transizione verde

In vista delle elezioni in Germania, l’economia è il tema centrale dei programmi dei principali partiti:

Unione (Cdu-Csu): punta a rilanciare la competitività delle imprese, soprattutto nel settore manifatturiero, invocando un mix di tagli alle tasse e incentivi per la ricerca.

Partito Socialdemocratico (Spd): propone un piano di incentivi chiamato “bonus Made in Germany” per premiare le aziende che investono in territorio tedesco. Inoltre, spinge per l’istituzione di un Fondo speciale, destinato a finanziare progetti di crescita e un rafforzamento del salario minimo.

Verdi (Die Grünen): focalizzano l’attenzione sulla transizione energetica, ritenuta la chiave per rendere la Germania meno dipendente dalle importazioni di gas. Propongono investimenti massicci nelle rinnovabili e in innovazione verde, affinché l’economia tedesca possa trovare nuovi sbocchi di mercato.

Alternativa per la Germania (AfD): sebbene concentrata soprattutto su questioni di sicurezza, critica duramente l’impatto che le politiche ambientali dell’Unione Europea hanno sul comparto automobilistico, ritenendo eccessive alcune limitazioni sulle emissioni.

Energia e Diversificazione: uscire dalla dipendenza

 Uno dei punti cardine che accomuna quasi tutti i programmi è la necessità di ridurre la dipendenza dalle forniture di gas russo. Anni di approvvigionamento energetico a basso costo hanno spinto Berlino a ignorare rischi che, con le recenti tensioni internazionali, sono diventati evidenti. Per diversificare, il governo uscente ha già avviato partnership con altri Paesi fornitori di gas e sta valutando la costruzione di nuove infrastrutture per le importazioni di GNL (gas naturale liquefatto). Tuttavia, la questione rimane delicata e divide l’opinione pubblica, soprattutto in merito ai tempi e ai costi di riconversione dell’industria.

L’Importanza di scelte lungimiranti

 È chiaro che la partita delle elezioni Germania economia non si giocherà soltanto sui temi fiscali e industriali, ma anche sulla visione a lungo termine per la modernizzazione del Paese. L’eventuale prossimo cancelliere dovrà scegliere tra una strategia di sostegno immediato alle imprese più colpite e investimenti strutturali di ampio respiro, incentrati sulla green economy e sull’innovazione tecnologica. Le urne del 28 febbraio diranno se la Germania proseguirà sulla strada delle riforme avviate negli ultimi anni o se opterà per un cambio di direzione radicale. In un contesto europeo ancora in ripresa dopo le crisi degli ultimi tempi, la scelta di Berlino non influenzerà soltanto i 16 Länder tedeschi, ma l’intera Unione Europea in cerca di stabilità e crescita.

In definitiva, il 23 febbraio la Germania affronterà un voto che potrebbe segnare la sua traiettoria economica per i prossimi anni. Con la produzione industriale ai minimi dal 2020, l’export in flessione e una nuova strategia energetica tutta da costruire, le sfide sono imponenti. Le elezioni tedesche arrivano dunque in un momento cruciale: la maggiore economia europea necessita di scelte tempestive e coraggiose per rilanciarsi. L’esito del voto influirà su investitori, partner commerciali e sul futuro di milioni di lavoratori legati alle sorti della “locomotiva” tedesca. Gli elettori decideranno quale visione economica potrà riportare la Germania sulla via della crescita e della stabilità, in un quadro internazionale sempre più competitivo.

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