Famiglie e imprese faranno i conti con una spesa energetica meno cara. Ma il denaro risparmiato non dovrebbe tradursi in maggiori consumi
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Il ministero dello Sviluppo economico assicura che, grazie alla misura contenuta nel Decreto Competitività (il cosiddetto 'taglia-bollette') e ad altri provvedimenti attuati, nel 2015 la spesa energetica per famiglie e imprese sarà meno cara rispetto al passato. A beneficiarne, naturalmente, dovrebbe essere il portafoglio degli italiani e la competitività delle aziende.
Secondo il computo del ministero dell'Economia, nel corso del 2015 le piccole e medie imprese italiane dovrebbero risparmiare complessivamente 1.681 milioni di euro. Discorso simile per le famiglie e i consumatori, che dovranno fare i conti con una bolletta energetica meno esosa: il risparmio stimato è pari a poco più di un miliardo (1.008 milioni di euro).
Tenendo conto dei dati aggiornati sul numero delle Piccole e medie imprese beneficiarie delle misure e sui relativi consumi di energia elettrica, indicati dall'Autorità, e facendo riferimento ai soli interventi sulle componenti regolate delle tariffe già avviate all'inizio del 2015, le misure adottate – comprese quelle con effetto una tantum – le 845.000 imprese in bassa tensione con potenza superiore a 16,5 kW risparmieranno mediamente 740 euro l'anno. Per le 100.000 imprese in media tensione non energivore il risparmio dovrebbe essere pari a 10.500 euro nei prossimi 12 mesi.
Come già anticipato, anche per i nuclei familiari la spesa per assicurarsi l'elettricità necessaria sarà più contenuta: una famiglia tipo (3kW di potenza impegnata e consumi pari a 2.700 kWh/anno) risparmierà circa il 3% nel primo trimestre, stando alla stima comunicata dall'Autorità per l'Energia elettrica e il gas.
Le misure varate dal governo cercano di venire incontro alle esigenze famiglie italiane che, secondo quanto certificato dall'ISTAT, hanno cercato – a modo loro – di rendere meno caro il costo dell'elettricità. Negli ultimi cinque anni, il 54,4% dei nuclei familiari ha effettuato, infatti, investimenti per ridurre le spese dell'energia elettrica (si pensi alla progressiva sostituzione delle lampadine tradizionali con quelle a risparmio energetico).
Del resto la spesa energetica delle famiglie italiane, che mediamente nel 2013 hanno sborsato per luce e gas 1.635 euro, è in larga parte riconducibile proprio all'elettricità. Quest'ultima rappresenta il 35,5% del denaro speso complessivamente.
Chiamate a sostenere una spesa meno cara per l'energia elettrica, le famiglie italiane avranno a disposizione un reddito leggermente più alto. Tuttavia c'è chi (si veda il ministero dell'Economia) non crede che i soldi risparmiati sul fronte energetico possa tradursi in maggiori consumi. Quest'ultimi, avvertono da via XX settembre, verrebbero inizialmente utilizzati per ricostituire i risparmi erosi nel corso della crisi economica.