Finanza pubblica

Enti locali: nel 2013 il totale dei debiti è pari a 47.180 milioni di euro

La principale voce di spesa per Province e Comuni è stata quella relativa ai costi di amministrazione, di gestione e di controllo

29 Dic 2014 - 16:58
 © ansa

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Dalla sera del 21 dicembre, gli italiani possono esaminare le spese delle amministrazioni locali. Come? Servendosi del sito soldipubblici.it. Tuttavia alcuni dati, relativi alle spese e alle entrate di Regioni, Comuni, Provincie autonome e non, sono contenuti anche nell'Annuario statistico italiano 2014 dell'ISTAT.

Nel 2012, si scopre spulciando i dati dell'Istituto di statistica, le entrate (entrate correnti, entrate in conto capitale e accensione prestiti) accertate delle Regioni e Province autonome sono state pari a 167.876 milioni di euro (-0,7%), quelle effettivamente incassate 164.026 milioni (-7,3%). In sensibile calo anche le entrate accertate delle Province, pari a 11.038 milioni di euro (-5,4%), e quelle incassate: 10.854 milioni (-9,9%). Le entrate accertate dei Comuni hanno superato di poco i 77.000 milioni di euro (77.384; -0,2% rispetto al 2011), mentre crescono dell'1,3% quelle incassate (75.004 milioni).

Come mai tanta differenza tra le entrate incassate e quelle accertate? Perché attraverso l'accertamento l'amministrazione appura soltanto la ragione del credito, il debitore e l'ammontare delle entrate che l'ente ha diritto a riscuotere.

Differenze simili esistono tra le spese impegnate e quelle pagate. Le prime sono quelle che l'ente si è impegnato ad erogare durante l'esercizio finanziario (indipendentemente, osserva l'ISTAT, dal fatto che verranno in esso effettivamente riscosse o pagate); le seconde, invece, sono quelle effettivamente saldate.

Emerge così che nel confronto con quanto registrato nel corso dell'anno precedente, gli enti locali sono apparsi più parsimoniosi durante il 2012: eccezion fatta per il totale delle spese impegnate dalle Province autonome e dalle Regioni, in leggerissimo aumento (+0,2% rispetto al 2011; 177.357 milioni), Comuni e Province hanno ridotto sensibilmente le proprie uscite.

Nel dettaglio: le spese complessivamente impegnate dalle amministrazioni provinciali sono state pari a 10.832 milioni di euro (-7,3% rispetto al 2011), inferiori al totale di quelle pagate: 11.056 milioni (-6,3%). Discorso leggermente diverso per i Comuni: le spese impegnate hanno superato di poco i 75.000 milioni di euro (75.280), ma comunque in calo del 3,2% rispetto al 2011, mentre il totale di quelle pagate è stato di 73.707 milioni (-1,4%).

La principale voce di spesa per Province e Comuni, fa notare l'ISTAT, è stata quella relativa ai costi di amministrazione, di gestione e di controllo. Eppure, tra il 2011 e il 2012, gli enti locali hanno destinato una quota consistente dei propri fondi per rimborsare parte dei prestiti contratti dalle amministrazioni precedenti.

Le Province hanno saldato debiti per 1.010 (+40,3%). Superiore invece la spesa di Comuni (7.977; +2,2%) e di Regioni e Province autonome: 7.237 milioni di euro (+39,8%).

Attenti a ridurre la quota di debiti ancora non estinti, gli enti locali hanno anche cercato di ricorrere con meno frequenza all'accensione di prestiti (ovvero l'ammontare delle operazioni di indebitamento a medio e lungo termine o patrimoniale, eccezion fatta quindi di quelle di durata inferiore all'anno). Di quanto? Dell'11,2% per le Regioni e le Province autonome, passate da 5.442 milioni di euro nel 2011 a 4.835 nel 2012, del 37,1% per le Province e del 15,7% per i Comuni (da 6.150 milioni nel 2011 a 5.485 milioni nel 2012).

Infine, nel periodo compreso tra il 2011 e il 2012, le amministrazioni comunali e provinciali hanno ridotto l'ammontare sia i residui attivi (ovvero le entrate accertate, ma non incassate e che pertanto costituiscono un credito dell'ente pubblico) da riscuotere al 1° gennaio sia i residui passivi: le spese impegnate ma, in pratica, non ancora pagate e che quindi costituiscono un debito dell'ente pubblico.

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