Secondo quanto riportato dall’Istat il confronto congiunturale mostra un +2,8%, ma scendono ancora le esportazioni rispetto allo stesso mese dello scorso anno
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Dopo il -6,2% registrato a gennaio (un dato che in parte trova conferma anche nel calo del fatturato estero delle imprese, sceso a gennaio dello 0,4%), la dinamica congiunturale delle esportazioni extra-Ue a febbraio ha registrato una variazione positiva, mantenendosi però in territorio negativo sia nel confronto trimestrale che tendenziale.
Nel dettaglio, l'Istat indica infatti una crescita del 3,3% tra gennaio e febbraio, ma anche un -0,6% nel periodo dicembre 2015-febbraio 2016 sul trimestre precedente (settembre-novembre 2015) e un -2,8% sul febbraio dello scorso anno.
A beneficiare sul risultato congiunturale sono stati tutti i raggruppamenti di prodotti ad eccezione dell'energia, per la quale le esportazioni sono crollate del 27,2%. Le crescite più marcate hanno interessato i beni strumentali, con un +5,6%; i prodotti intermedi, +4%; e i beni di consumo durevoli, con un +3,7%. In linea con la media l'export di beni di consumo durevoli, +3,3%.
Come per il confronto congiunturale, l'energia appare in forte flessione anche rispetto allo stesso mese dello scorso anno, a febbraio 2016 le esportazioni energetiche sono infatti crollate del 41,9% rispetto a dodici mesi fa. Le crescite notevoli riportate dalle vendite all'estero di beni di consumo non durevoli (+10,2%), dei prodotti intermedi (+2,5%) hanno bilanciato solo in parte la dinamica annuale.
L'Istat segnala poi la conferma del crollo delle esportazioni verso la Russia, -20,2% e il secondo calo tendenziale delle vendite verso gli Stati Uniti, -10,7%. Giù anche quelle verso la Svizzera, -4,9%, e verso la Turchia, -1,7%. Rimane in territorio positivo l'export verso Giappone e paesi Asean, con rispettivamente un +13,7% e un +12,5%. Inverte la tendenza la Cina, che ha febbraio segna un +7,6%.