All'orizzonte si prospetta un duro scontro con Arcelor Mittal. Palazzo Chigi, intanto, ha annunciato modifiche al decreto legge per garantire la continuità produttiva e aziendale
Acciaierie d'Italia, l'ex Ilva, va verso l'amministrazione straordinaria. All'orizzonte, però, si prospetta un duro scontro con Arcelor Mittal, secondo cui così c'è "una grave violazione dell'accordo di investimento". Durante l'incontro con l'indotto e i sindacati, il governo ha riferito che "a giorni saranno nominati i commissari straordinari, assicurando che la scelta ricadrà su figure che abbiano una professionalità e una competenza specifica nel settore siderurgico e una conoscenza diretta degli impianti". Palazzo Chigi ha poi annunciato l'intenzione di "mettere in campo un ammortizzatore sociale unico".
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Nel corso del tavolo con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali sono stati illustrati i provvedimenti presi a tutela dei lavoratori a partire dalla cassa integrazione già garantita per tutto il 2024. E il governo ha informato che il decreto legge "Disposizioni urgenti a tutela dell'indotto delle grandi imprese in stato di insolvenza ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria", in fase di conversione in Parlamento, è suscettibile di ulteriori miglioramenti per garantire la continuità produttiva e aziendale dell'ex Ilva.
"Si partirà da un solo commissario - ha assicurato il ministro delle Imprese, Adolfo Urso - con una gara nel minor tempo possibile perché si sono affacciati numerosi investitori italiani e stranieri". Nelle intenzioni del governo il commissariamento, con l'estromissione di Arcelor Mittal, dovrebbe fare da ponte per l'ingresso di nuovi investitori privati. Il ministro Urso ha portato l'esempio anche "dei recenti accordi che riguardano il sito industriale di Piombino". Il riferimento è al protocollo siglato con gli ucraini di Metinvest, Danieli e Officine Meccaniche, per il rilancio del sito toscano.
La strada è tracciata ma i timori rimangono. "L'amministrazione straordinaria è un salto critico, problematico - ha detto il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia - vogliamo dal governo la certezza di un percorso che non faccia affondare ulteriormente l'azienda". Paure che riguardano anche l'indotto. Il rappresentante di Confindustria Taranto, Pasquale Di Napoli, ha spiegato che "uno dei grandi drammi che si sta vivendo è che Acciaierie d'Italia, nella persona della Morselli, ha messo un veto totale sulla documentazione".
In pratica il governo non ha potuto sapere il quadro debitorio o la situazione degli impianti. A questo serviranno i commissari: "Si entra dentro per poi fare una gara", perché "se non entrano e capiscono la situazione non possono prospettare ad eventuali investitori", ha sottolineato Di Napoli. Ma il percorso è comunque tutto in salita. Le avvisaglie sono quelle di una schermaglia che si potrebbe trasformare in una battaglia legale tra il Governo e Arcelor Mittal. Accierie d'Italia ha annunciato di aver fatto richiesta di 'concordato con riserva' che dà spazio ad una procedura di 'concordato preventivo' in 60-120 giorni. Una contromossa preventiva. E subito dopo l'azionista Mittal scrive in una lettera ad Invitalia: "Siamo delusi e sorpresi".
La richiesta al governo italiano di avviare il processo per porre Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria, ha aggiunto, "è una grave violazione dell'accordo di investimento" perché non si è avvisato il Cda di questa mossa. Il socio privato sostiene inoltre di aver partecipato "pienamente e in buona fede" alle "intense discussioni per cercare di raggiungere un accordo equo" respingendo il "tentativo - si legge nella missiva - di incolparci per il loro esito insoddisfacente, e di assolvere voi stessi e il governo italiano per il fallimento del nostro partenariato pubblico-privato".