Preoccupazione di Confindustria dopo lo stop alle 145 imprese appaltatrici dell'acciaieria. Sindacati: risposte da incontro al Mise o mobilitazione
Adolfo Urso, ministro dello Sviluppo economico © Ansa
Sul dossier dell'Ex Ilva (Acciaierie d'Italia) il "governo è in campo, aspettiamo risposte immediate dall'azienda". Lo si legge in una nota del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha inoltre concordato con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, un incontro che si terrà in Roma giovedì. Nella stessa giornata il Ministro incontrerà anche i rappresentanti dei sindacati nazionali di categoria, che hanno lanciato un appello unitario dopo che Acciaierie d'Italia ha sospeso gli ordini per 145 ditte appaltatrici.
Anche Confindustria esprime "preoccupazione" per "l'improvvisa sospensione dell'operatività di 145 imprese appaltatrici da parte di Acciaierie d'Italia, ex Ilva" che deve essere considerata "una priorità" tanto che diventa "strategico accelerare la piena difesa del ciclo integrale a caldo per l'Italia intera".
Arcelor Mittal chiede di liberare i cantieri - La società Arcelo Mittal ha chiesto alle ditte di liberare entro 24 ore i cantieri all'interno dello stabilimento siderurgico di Taranto, legando la decisione a "sopraggiunte e superiori circostanze". Urso invita Acciaierie a fornire "risposte concrete per l'indotto e per i lavoratori, a fronte di una decisione che ha suscitato giustamente sconcerto, tanto più per le modalità con cui è stata annunciata, assolutamente inaccettabili".
Gli operai: andiamo verso atti di disperazione - I lavoratori delle aziende dell'indotto, riuniti in un Comitato, hanno consegnato un documento nelle mani di parlamentari ionici neoeletti e dei sindacati che si sono riuniti nella Cittadella delle imprese di Taranto. La lettera rappresenta un vero e proprio grido di dolore: "Se le risposte - scrivono - non arriveranno nel giro di pochi giorni, allora rischieremo di andare, pur non volendo, verso situazioni incontrollabili dove non regna più la ragione e la programmazione ma la disperazione".
I sindacati confederali e delle categorie metalmeccanici, multiservizi, edili e trasporti si sono confrontati con i deputati Vito De Palma (Forza Italia), Dario Iaia (Fratelli d'Italia), Giovanni Maiorano (Fratelli d'Italia) e Ubaldo Pagano (Pd), e con il senatore Mario Turco (M5S). La riunione si è conclusa con l'impegno da parte dei parlamentari a interloquire con il governo. Durante l'incontro è stata peraltro stigmatizzata la decisione di Acciaierie d'Italia di sospendere le aziende dell'indotto senza alcun confronto con il partner pubblico, Invitalia, e con le organizzazioni sindacali. I delegati delle sigle metalmeccaniche sono stati poi ricevuti dal prefetto Demetrio Martino a cui hanno ribadito le loro preoccupazioni.
"La questione - ha osservato De Palma - va affrontata in maniera seria, bisogna evitare gli slogan e far parlare i fatti. Usare un linguaggio che si rivolge alla pancia delle persone ma che nella sostanza non risolve i problemi è sbagliato". Secondo Pagano, "qui nessuno fa le pulci a qualcun altro perché sono cambiati i ruoli di maggioranza e di opposizione. La soluzione può esserci se tutti noi mettiamo in testa l'interesse della comunità rispetto a quello del privato".
Sindacati: "Risposte da incontro al Mise o mobilitazione" - "Qualora nel corso dell'incontro ministeriale" convocato per il prossimo 17 novembre a Roma "non dovesse giungere alcun elemento di novità rispetto all'annullamento del provvedimento assunto da Acciaierie d'Italia su appalto e indotto, nonché ad un serio avvio con un cronoprogramma certo della definizione complessiva della vertenza ex Ilva, a partire dall'assegnazione delle risorse gia' individuate e non ancora assegnate dal precedente Governo, si darà seguito alle iniziative di mobilitazione già individuate per la giornata di lunedì 21 novembre". Lo riferiscono i sindacati in un documento congiunto.
Sospesi ordini 145 ditte, a rischio 6mila lavoratori - La sospensione delle 145 ditte appaltatrici potrebbe essere riconducibile alla crisi di liquidità più volte esplicitata dall'Ad, Lucia Morselli, ma i sindacati sono convinti che l'azienda sia ricorsa al blocco delle imprese per esercitare pressioni sul governo in relazione all'utilizzo del miliardo di euro affidato ad Invitalia, partner pubblico di Arcelor Mittal nella compagine societaria, e inserito nel Dl Aiuti. La società ha precisato che sono sospese "le attività oggetto degli ordini, nella rispettiva interezza, prevedibilmente fino al 16 gennaio 2023, oppure fino all'anteriore data prevista dagli ordini quale termine di consegna".