Il valore delle esportazioni italiane nell'anno che si è appena chiuso dovrebbe attestarsi su livelli ben distanti da quelli registrati nel 2015
Alcuni settori sono andati molto bene (le esportazioni di prodotti agroalimentari hanno raggiunto un valore record di 38 miliardi di euro, con una crescita del 3%), altri hanno invece ottenuto risultati decisamente inferiori. A conti fatti, insomma, l'export italiano ha registrato nel 2016 un ritmo più lento, soprattutto al confronto con l'anno precedente.
I dati certi si fermano per il momento al +0,2% relativo ai primi dieci mesi del 2016, un bottino magro rispetto allo stesso periodo del 2015. A pesare è stato certamente il rallentamento del commercio mondiale e non a caso il contributo più negativo è quello dei mercati extra Ue. Un trend, comunque, che per forza di cose non sta interessando solo l'Italia, bensì l'Europa nel complesso: la fase di crescita osservata negli uiltimi mesi è sostenuta in quota maggiore dalla domanda interna.
Anche gli ultimi dati Ocse hanno messo in luce, pur in presenza in molti casi di un'accelerazione del Pil nel terzo trimestre 2016, un impatto più contenuto della componente estera che ha interessato, tra gli altri, Italia, Francia e persino Germania (che però, solo a novembre, ha fatto segnare un aumento dell'export del 3,9%).
Nel 2015, nonostante un contesto internazionale più sfavorevole in cui gli scambi di beni sono risultati in diminuzione rispetto al 2014 (-13,2%), l’Italia ha registrato un aumento nel valore in euro delle esportazioni (+3,8%) e delle importazioni (+3,3%). Come spiega l'Istat nell'Annuario statistico, queste dinamiche hanno determinato un ulteriore ampliamento (+3,2 miliardi di euro rispetto al 2014) dell'avanzo commerciale del nostro paese.
Le aree geografiche che hanno contribuito maggiormente al saldo complessivo sono state l'America settentrionale (+24.019 milioni di euro) e i paesi dell'Ue (+11.503 milioni), Germania e Francia su tutti, mentre sono state le regioni del Nord a trainare le nostre esportazioni (71,8%). Nel 2016, in compenso, è cresciuto il contributo delle regioni del Mezzogiorno, con diversi studi che stimano nei primi nove mesi dell'anno un trend al rialzo prossimo al 10%.
Le cose dovrebbero migliorare in futuro, si attendono infatti dinamiche più positive. Secondo le previsioni del Sace l'export italiano dovrebbe crescere ancora nei prossimi tre anni, con un incremento medio del 3,9% nel periodo 2017-2019.