Tra le misure nel nuovo piano Tsipras anche l'aumento dell'Iva nelle località turistiche che oggi godono di regimi agevolati. Dalle Cicladi al Dodecaneso si alza un vento di protesta: "Così muore il turismo"
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Dalle Cicladi al Dodecaneso si alza un vento di protesta: "Non pagheremo le tasse". E' di queste ore la notizia, per il momento indiscrezione, che nella bozza di interventi fiscali presentati da Tsipras all'Europa ci sia anche l'intenzione di tagliare il regime agevolato di cui godono le isole greche. L'intento sarebbe quello di cominciare dalle località con i redditi più alti e popolari con i turisti, per poi finire nel 2016 con l'eccezione delle isole più remote.
L'idea spaventa i sindaci del principale motore del turismo, che rappresenta il 30% del pil greco. Molto dipende da come sarà articolata la misura, ma se le facilitazioni sull'Iva spariranno del tutto "ci saranno effetti tragici", dice il sindaco di Paros, una delle isole più frequentate nelle Cicladi. Il regime erariale di questi luoghi è da tempo nel mirino dell'Ue che considera le agevolazioni elleniche alla stregua di aiuti di Stato.
Qualche esempio? L'Iva in Grecia è al 23%, ma ad esempio a Paros è al 6,5%, così come nel resto delle Cicladi e nel Dodecaneso. Ma anche a Tassos, Samotracia e Skyros non se la passano male: rispettivamente hanno uno "sconto" del 5, 9 e 16%. La motivazione delle preoccupazioni degli amministratori isolani, è sintetizzata nella posizione di Markos Koveos, eletto con una lista civica: "Il costo della vita, per chi nelle isole ci vive tutto l'anno, aumenterebbe a livelli insopportabili. Poi sarebbe un colpo al turismo perché perderemmo competitività rispetto ai paesi vicini come Turchia e Malta, ma anche verso Italia e Spagna".