Intanto il recupero del non pagato procede bene, almeno per la parte che riguarda chi decide di rottamare le cartelle fiscali. Nel 2024 sono rientrati in cassa (senza more e multe) 4,6 miliardi di euro
© -afp
Il 2025, l'anno che dovrebbe vedere il calo del carico fiscale sul ceto medio, arriva con una conferma: c'è una montagna di tasse non riscosse. Una "montagna" che tocca quota 1.275 miliardi di euro. Questo anche se in parte si tratta di crediti inesigibili per l'Erario. Intanto però il recupero del non pagato procede bene, almeno per la parte che riguarda chi decide di rottamare le cartelle fiscali. Nel 2024 sono rientrati in cassa (senza more e multe) 4,6 miliardi di euro. Resta l'obiettivo del governo ribadito dal viceministro all'Economia, Maurizio Leo: abbassare la pressione del fisco sul ceto medio alleggerendo l'aliquota Irpef, quella del 35%.
Plaudono Fratelli d'Italia e Forza Italia. Il vero punto sono però le risorse che, come sempre, sono molto risicate. Il governo aveva tentato la strada del concordato preventivo biennale per gli autonomi, che il 16 gennaio dovranno andare comunque in cassa a versare gli acconti. Ma la misura ha raccolto meno di quanto ipotizzato: 1,7 miliardi contro 2,5 miliardi di euro. C'è quindi da recuperare risorse e la Lega già da mesi punta sulla quinta edizione della rottamazione che continua intanto a dare buoni risultati.
Se ne potrebbe parlare durante l'esame del Milleproroghe. Tuttavia c'è il rischio che la misura, se ripresentata dalla Lega via emendamento, possa essere espunta per estraneità alla materia del provvedimento. Si tratterebbe infatti di una riapertura dei termini, non di una proroga. Ma il confine tra le due fattispecie è abbastanza labile. Ci sarebbe spazio per un tentativo.
"Sul piano della riduzione della pressione fiscale, c'è ancora da fare, partendo dai redditi medi che necessitano di un'attenzione specifica. Lo faremo, come sempre, con scelte responsabili e sostenibili finanziariamente", ha dichiarato Leo al Corriere della Sera. Il viceministro spiega la filosofia della sua riforma: "Al cuore c'è l'idea che il Fisco debba abbandonare, ove possibile, il ruolo di 'controllore sospettoso' per diventare un 'partner affidabile'". E sul non riscosso: "È stata istituita una commissione tecnica, incaricata di analizzare il 'magazzino della riscossione', ossia l'insieme dei crediti fiscali non riscossi, con l'obiettivo di proporre soluzioni che evitino l'ulteriore accumulo e il relativo smaltimento di questi crediti che, al 31 dicembre 2024, ammontano a 1.275 miliardi di euro". Intanto "nel 2024 lo Stato è riuscito a recuperare 32,79 miliardi di euro, una cifra in netto aumento rispetto al 2023 (31 miliardi)".
Secondo la relazione finale dell'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nei primi 11 mesi del 2024 la rottamazione ha permesso di incassare 4,6 miliardi di euro. Che salgono a 31,6 miliardi in cassa negli ultimi otto anni. Anche per questo il cantiere delle rottamazioni è destinato a riaprirsi soprattutto dopo la richiesta già formalizzata dalla Lega in sede di manovra. L'emendamento relativo fu ritirato e non era visto di buon occhio dal viceministro Leo che però, in quei giorni, era alle prese con il risultato non esaltante del concordato biennale per gli autonomi. Proprio questo risultato aveva spinto la Lega a puntare su una nuova riapertura della rottamazione. La quinta versione del provvedimento. E ora non è escluso che la proposta della Lega possa appunto tornare sotto forma di emendamento al decreto Milleproroghe.
È già partito intanto l'aumento delle rate per pagare i debiti. Pochi giorni fa l'Agenzia della Riscossione ha annunciato la novità voluta da Leo che prevede il pagamento delle cartelle a rate fino a sette anni (84 rate) con una semplice richiesta online. Lo scadenzario fiscale chiama nel frattempo in cassa le partite Iva con redditi fino 170mila euro che, sempre per effetto di un emendamento della Lega, hanno potuto contare su qualche mese in più per pagare Irpef, Ires e Irap. Entro giovedì 16 gennaio sono circa 300mila quelle chiamate in cassa e si potranno pagare in unica soluzione il 16 gennaio oppure in cinque rate di pari importo, da gennaio a maggio 2025.