Il ministero dell'Economia sta lavorando su un testo di riforma: la riduzione a tre scaglioni sarebbe il "ponte" verso la tassa piatta per tutti. Verso riduzione delle ritenute per gli autonomi
Problemi con il Fisco? Ecco come fare pace © Tgcom24
Estensione della flat tax incrementale ai lavoratori dipendenti con l'obiettivo, dopo la riduzione a tre degli scaglioni Irpef, di arrivare alla flat tax per tutti. E' quanto si legge nelle slide del ddl delega sul fisco. Sul fronte Irpef, per il lavoro dipendente è prevista la semplificazione delle norme sui fringe benefit, mentre per gli autonomi si punta alla riduzione delle ritenute sui compensi se il lavoratore sostiene alti costi per dipendenti o collaboratori e al riconoscimento della neutralità fiscale per le aggregazioni e riorganizzazioni degli studi professionali.
Nella riforma fiscale sono compresi anche progetti di cambiamenti sull'Imposta di valore aggiunto: niente più Iva sui beni di prima necessità, imposta più bassa per altri come carne e pesce, Irpef più leggera per i dipendenti. Le indicazioni arrivano dalla commissione Finanze alla Camera, dove il sottosegretario Sandra Savino ha spiegato, rispondendo a un'interrogazione di Fratelli d'Italia, le linee guida della nuova legge delega, in corso di elaborazione. Il testo arriverà in Consiglio dei ministri la prossima settimana.
Previsto, scrive il "Messaggero", "il riordino della normativa Iva nazionale per garantire il pieno allineamento tra quest'ultima e quella dell'Unione europea", ma anche per "razionalizzare e semplificare la disciplina dell'imposta nell'ottica del miglioramento del rapporto tra il fisco e il contribuente", ha detto Savino.
L'obiettivo principale del riordino Iva sarebbe però piuttosto quello di togliere l'imposta di valore aggiunto su alcuni beni, ipotesi già ventilata dal viceministro all'Economia Maurizio Leo, che aveva aperto a "un meccanismo di esenzione per alcune categorie di beni così come si è già sperimentato per i vaccini contro il Covid". Una sorta di aliquota zero per alcuni prodotti. Il ministero ha preparato simulazioni con Iva zero per i prodotti alimentari oggi al 4 per cento, con riduzione al 5 per altri oggi al 10: un'operazione che costerebbe 4-6 miliardi di euro. L'ipotesi era stata però accantonata mentre è stata tagliata l'Iva su prodotti per la prima infanzia come pannolini e biberon.
La riforma prevede anche, ha aggiunto Savino, "la semplificazione di alcuni istituti Iva, quali la detrazione e i rimborsi, in modo che gli stessi risultino più accessibili ai contribuenti". In sostanza, un cambiamento che consentirà di pagare più rapidamente i crediti Iva per assicurare liquidità alle imprese.
Oltre alla questione Iva, nel testo della delega è prevista la riforma delle aliquote fiscali, che passeranno da quattro a tre. Il documento non indicherà né il livello delle aliquote né quello degli scaglioni di reddito. Ma le simulazioni individuano due scenari. Il primo con un'aliquota iniziale al 25%, la seconda al 33% e la terza al 43%. Il secondo con un'aliquota al 23%, una al 33% e una al 43%, con un costo di 6 miliardi. L'obiettivo sarebbe quello di dare un grosso aiuto al lavoro dipendente garantendo ai lavoratori buste paga più ricche attraverso la revisione di aliquote e detrazioni.
La riforma fiscale prevede una nuova Ires (l'imposta sui redditi delle società) a due aliquote, con aliquota ridotta rispetto al 24% per la quota di reddito destinata, nei due anni successivi, a investimenti qualificati e/o nuova occupazione. Al ministero dell'Economia sintetizzano: chi più assume e investe meno paga. E' previsto inoltre il "graduale superamento dell'Irap", l'imposta regionale sulle attività produttive, con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti, attraverso l'introduzione di una sovraimposta con base imponibile corrispondente a quella Ires.
Previsto poi un nuovo modello di accertamento fiscale. Grazie alle sue banche dati, l'Agenzia preparerà una dichiarazione precompilata biennale per le piccole imprese che, se aderiranno, per due anni non subiranno accertamenti. Controlli immediati in caso contrario. Per le grandi imprese si rafforzerà il meccanismo della "cooperative compliance": un'altra sorta di negoziato tra fisco e impresa.