Le richieste di pagamento non giungeranno tutte in una volta. Per mettersi al riparo da azioni esecutive, però, è sufficiente chiedere la rateizzazione
Dal 16 ottobre ripartono le cartelle esattoriali che una moratoria, decisa dal governo per aiutare i contribuenti durante l'emergenza sanitaria, ha congelato dal mese di marzo. Si tratta di circa 9 milioni di cartelle, con quasi 1,6 milioni nel Lazio, 1,1 milioni in Campania e 961mila in Lombardia. Ci vorrà tempo, 6-7 mesi almeno, perché il meccanismo si riallinei. Per mettersi al riparo da azioni esecutive è però sufficiente chiedere la rateizzazione.
L'arrivo delle richieste di pagamenti non sarà tutto in una volta. "Abbiamo detto all'Agenzia delle Entrate che bisogna ripartire con grande gradualità", aveva detto qualche giorno fa il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. E così sarà, confermano dall'Agenzie dell'Entrate-Riscossioni. Con ogni probabilità partiranno per prime le cartelle più vecchie, cioé quelle di marzo e poi via, via, quelle dei mesi successivi.
Con la fine della moratoria saranno riavviati anche gli atti esecutivi, iscrizioni delle ipoteche, fermo amministrativo, ecc. Chi chiederà subito la rateizzazione sarà avvantaggiato e potrà ancora godere della rateizzazione "speciale" prevista dal dl agosto. In questo caso avrà più respiro nei pagamenti, e potrà saltare fino a 10 rate di pagamento, invece delle ordinarie 5, prima di incorrere nella decadenza della rateizzazione e la relativa perdita dei benefici.
Tornando alle cartelle, si ricorda che dal loro arrivo, si hanno 60 giorni per pagare ed èpossibile anche rateizzare il debito con rate fino a 6 anni, per la rateizzazione ordinaria, o fino a 10 anni in caso di contribuenti con difficolta' economiche certificate. Per i debiti sotto i 60mila euro è possibile chiedere una rateizzazione accedendo direttamente dal sito dell'Agenzia Riscossione l'agevolazione scatta in modo quasi automatico.
Secondo le stime, da marzo scorso non sarebbero state recapitate ai contribuenti 8,9 milioni di cartelle, con un impatto sul deficit calcolato in circa 165,5 milioni di euro. La maggior parte di queste - in pratica 9 su 10 - sono di importo inferiore ai 5mila euro. In particolare ce ne sarebbero 6,5 milioni (in pratica il 73% del totale) sotto i mille euro, 1,5 milioni tra mille e 5mila euro e solo 881mila oltre questa soglia.
L'alto numero dei "tagli piccoli" èmolto probabilmente una delle ragioni per le quali si èdeciso di non proseguire con la moratoria, considerando sostenibile il debito per i cittadini. Va poi detto che le "cartelle" riguardano solo in parte le contestazioni relative alle imposte non dichiarate o non versate: solo il 36% delle richieste arriva dall'Agenzia delle Entrate. Una quota del 18% delle cartelle èinvece relativa a richieste in arrivo dagli enti locali, perlopiù multe non pagate o tributi locali accertati, come la Tari o l'Imu.