Su le stime per il 2016

Fitch alza le stime di crescita dell’Italia per il 2016

Per il 2015 importante la spinta dei consumi, ma pesano gli emergenti sulle esportazioni

09 Dic 2015 - 12:27
 © lapresse

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Alla luce delle recenti dinamiche che hanno influito sullo stato di salute dell'economia italiana – la ripresa dei consumi, il cambio euro/dollaro favorevole, il calo del prezzo del petrolio e le mosse di politica monetaria della Bce – si prospetta un 2016 più solido di quanto stimato in precedenza. A dare queste rassicurazioni è Fitch che ha alzato le previsioni di crescita del nostro Paese per il prossimo anno.

Secondo l'agenzia di rating il Pil italiano crescerà nel corso del 2016 dell'1,3%, contro il +1,1% indicato nelle stime di settembre, e il +1,6% atteso dal governo. Invariate, invece, le crescite previste per l'anno in corso, +0,7% contro il +0,9% previsto dal governo, e quelle per il 2017, +1,5%.

Il contesto internazionale non ha però solo sostenuto i principali indicatori dell'economia italiana: i recenti rallentamenti delle economie emergenti hanno, infatti, influito negativamente sulle esportazioni del Paese. Secondo l'Istat, infatti, la crescita del terzo trimestre – dello 0,2% - sarebbe stata trainata quasi esclusivamente dai consumi (e la crescita delle importazioni ne è la prova), cosa che potrebbe ripetersi nel quarto trimestre – per il quale è previsto un ulteriore +0,2% -.

Nonostante la crescita prevista per il 2015, l'Italia rimane comunque quello, tra i maggiori Paesi dell'Eurozona, che procede più a passo lento. Nel complesso, infatti, l'area della moneta unica dovrebbe chiudere il 2015 con una crescita dell'1,5% e il 2016 ed il 2017 con un +1,7%.

Per Germania e Francia l'agenzia di rating indica, rispettivamente, un +1,9% e un +1,5% per entrambi gli anni, mentre si prevede un +3,1% nel 2015, un +2,5% per il 2016 e un +2,2% per il 2017 per la Spagna. Per l'economia globale Fitch indica invece un +2,3% per l'anno in corso, un +2,6% per il prossimo (contro il +2,7% stimato a settembre) e un 2,7% per l'anno a seguire.

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