La "forte decelerazione" nel 2023 della nostra crescita economica per lo shock energetico
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Fitch Ratings conferma il giudizio "BBB" sull'Italia. Lo si legge in una nota dell'agenzia, che mantiene a "stabili" le prospettive sul merito di credito ma vede l'arrivo della recessione nel prossimo anno a causa di "una forte decelerazione" della crescita economica del nostro Paese a partire dal quarto trimestre per lo shock energetico. Per il 2023 l'agenzia di rating prevede un Pil in contrazione dello 0,4%, meglio del -0,7% previsto in precedenza, ma molto lontano dal +0,6% appena indicato dal governo nella Nadef, la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza.
"Deficit Italia al 4,9% nel 2023, debito sotto 150%" - Fitch Ratings prevede un rapporto deficit/Pil per il 2023 al 4,9% seguito da 4,3% l'anno successivo, contro 4.5% a 3.7% previsti dal governo, principalmente per le differenze di scenario macroeconomico".
Le valutazioni di arrivano in un contesto nel quale l'inflazione americana potrà anche aver raggiunto il 'picco' inducendo la Fed alla cautela e la recessione in Europa è data per acquisita. Ma nel quale la Bce non dà segnali di volersi fermare: anzi, la presidente Christine Lagarde lascia intendere che potrebbe essere necessario arrivare a tassi restrittivi e anticipare l'addio al Qe.
Ma il fronte dei "falchi" torna a farsi sentire con il presidente della Bundesbank Joachim Nagel: la Bce "farebbe male" a fermarsi adesso sui timori per la crescita e deve iniziare a liberarsi dei titoli di Stato in bilancio "agli inizi del prossimo anno". E la risposta all'inflazione deve essere "risoluta" dice il governatore olandese Klaas Knot. Se sembra probabile un rialzo da mezzo punto che da tre quarti come a settembre e novembre, la strada della Bce è tracciata stando alle dichiarazioni di Lagarde. "Ci aspettiamo di alzare ulteriormente i tassi, e togliere l'accomodamento monetario potrebbe non essere sufficiente".
La Bce, poi, da mesi ha interrotto gli acquisti di nuovi bond. Ma continua a tenere in bilancio oltre 4.300 miliardi di titoli rinnovando di volta in volta quelli che scadono. Il programma era continuare cosi' almeno per tutto il 2023, ma oggi Lagarde ha fatto capire che l'addio al Qe - ossia la riduzione delle dimensioni del bilancio della Bce - potrebbe essere anticipato.
Nel frattempo quella stessa riduzione sta avvenendo dopo che Francoforte ha inasprito le condizioni cui le banche si finanziano coi suoi maxi-prestiti Tltro, usati per dare credito all'economia ma anche comprare titoli pubblici: solo venerdì, prima finestra temporale dopo la "stretta", le banche hanno cosi' rimborsato anticipatamente 296 miliardi, e le attese di molti sono che il drenaggio di liquidità con la seconda "finestra" a dicembre arriverà a circa mille miliardi, dimezzando il valore dei prestiti Bce a lungo termine.