Per gli esperti del Fondo mondiale, è possibile abbassare il cuneo fiscale con entrate Iva, casa e lotta evasione. Capitolo pensioni: la spesa aumenterà, gli assegni vanno collegati ai contributi
© getty
I numeri del Pil italiano restano ai minimi dell'Unione europea secondo il Fondo monetario internazionale. Dopo la crescita dello 0,2% nel 2019 si stima infatti uno 0,5% per il 2020 e uno 0,6-0,7% per i prossimi anni, alla luce di una "debole crescita potenziale". L'avverarsi di shock, come un'escalation delle tensioni commerciali, e una frenata negli scambi con i principali partner, dicono all'Fmi, "potrebbero comportare prospettive più deboli".
Giù cuneo con entrate Iva, casa e lotta evasione L'Italia può puntare a tagliare ulteriormente il cuneo fiscale, che al 48% è molto più alto del 42% della media Ue, ampliando la base imponibile Iva, mettendo mano alle rendite catastali e proseguendo nella lotta all'evasione fiscale. Lo suggerisce la missione Article IV del Fondo monetario ipotizzando un intervento "più ambizioso" sul cuneo, pari al 2% del Pil, dopo gli interventi che lo hanno ridotto di uno 0,2-0,3% del Pil nel 2020-2021.
Nel rapporto conclusivo della missione annuale, gli ispettori del Fondo monetario raccomandano da un lato un "ampio pacchetto di riforme per rilanciare crescita e resilienza" dell'economia. Dall'altro una strategia di risanamento che sia "credibile" sul medio termine. Il documento, che dovrà essere discusso dal direttorio del Fondo a metà marzo, pronostica un più 0,5% del Pil nel 2020 e una crescita dello 0,6%-0,7% negli anni successivi, in linea con le cifre fornite il 20 gennaio durante il Wef a Davos. "Queste previsioni sono le più basse nell'Ue - scrivono gli ispettori - a riflesso del debole potenziale di crescita".
Quindi la "principale priorità", proseguono, è mettere in piedi una serie di riforme in una fase in cui si può anche trarre beneficio dai bassi tassi di interesse e che secondo l'istituzione internazionale consentirebbero di guadagnare fino a 6-7 punti di Pil supplementare nell'arco di un decennio. La prima che viene elencata e' quella della liberalizzazione dei mercati dei prodotti e dei sevizi, con maggiore concorrenza su professioni, commercio e servizi locali.
Secondo la relazione degli ispettori del Fmi, bisogna poi intervenire sul mercato del lavoro dove a dispetto della moderazione salariale degli ultimi anni permane un divario sull'andamento delle buste paga rispetto alla produttività. Questo riguarda anche le procedure sui rinnovi contrattuali, su cui viene consigliata una "modernizzazione" che punti principalmente ad accordi su base aziendale. Un eventuale schema di salario minimo andrebbe differenziato su base regionale mentre andrebbero studiando benefici fiscali e contributivi ai lavoratori con figli o anziani a carico. Serve poi una razionalizzazione delle aziende a controllo statale, in particolare sulle procedure di assegnazioni di appalti o gare di acquisto.
Secondo il Fmi la riforma del processo fallimentare e l'intento di rivedere la procedura dei processi civilistici rappresentano "passi positivi", ma le regole sulle crisi delle grandi aziende andrebbero integrate maggiormente nelle procedure concorsuali generali.
Pensioni, "spesa aumenterà: collegare assegni a contributi L'Italia ha fatto molto per riformare il proprio sistema pensionistico, "generando risparmi nel lungo periodo". Ma nei prossimi decenni, "si prevede che le pressioni sulla spesa aumenteranno considerevolmente", avverte il Fmi. Quota 100, si sottolinea, "ha aumentato ulteriormente le spese e creato una discontinuità nell'età pensionabile. E' importante preservare l'indicizzazione dell'età pensionabile in base all'aspettativa di vita, garantire l'equità attuariale anche per il pensionamento anticipato (ovvero, collegare strettamente le prestazioni a vita con i contributi a vita) e adeguare i parametri pensionistici per garantire l'accessibilità economica".