"Le passate riforme del Jobs act e della Fornero dovrebbero essere preservate", afferma il capo economista Obstfeld. Il presidente del Consiglio Conte replica: "Crescita sarà superiore alle previsioni Fmi"
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"E' imperativo per la politica di bilancio mantenere la fiducia dei mercati, e abbiamo visto un aumento degli spread e questo rende il Paese più vulnerabile". Lo ha affermato il capo economista del Fmi, Maurice Obstfeld, rispondendo a una domanda sull'Italia. "E' importante che il governo operi nel contesto delle regole europee", ha aggiunto Obstfeld.
"Le recenti difficoltà nel formare un governo in Italia e la possibilità di un rovesciamento delle riforme o l'attuazione di politiche che potrebbero danneggiare la sostenibilità del debito hanno innescato un aumento degli spread", afferma il Fmi nel World Economic Outlook, sottolineando in via generale come l'incertezza politica e sulle politiche "potrebbe scoraggiare gli investimenti privati e indebolire l'attività economica in diversi Paesi, aumentando la possibilità di riforme più lente o significativi cambi negli obiettivi".
"In Italia le passate riforme pensionistiche e del mercato del lavoro dovrebbero essere preservate e ulteriori misure andrebbero perseguite, quali una decentralizzazione della contrattazione salariale per allineare i salari con la produttività del lavoro a livello aziendale", precisa ancora il Fmi, invitando l'Italia a preservare la riforma Fornero.
"Nell'area euro paesi con limitato spazio di bilancio (per esempio Francia, Italia e Spagna) dovrebbe usare questo periodo di crescita sopra il potenziale e di politica monetaria accomodante per ricostruire cuscinetti di bilancio, che potrebbero alleviare le tensioni" fra banche e debito sovrano
Pil Italia +1,2% nel 2018, +1,0% nel 2019 - Il pil italiano crescerà dell'1,2% nel 2018 e dell'1,0% nel 2019 dopo il +1,5% del 2017. Lo prevede il Fmi lasciando invariate le stime di crescita rispetto all'aggiornamento del World Economic Outlook di luglio. Rispetto ad aprile 2018, invece, le stime sono state riviste al ribasso di 0,3 punti percentuali per quest'anno e di 0,1 punti per il prossimo. La revisione al ribasso rispetto ad aprile è legata al "deterioramento della domanda esterna e interna e all'incertezza sull'agenda del nuovo governo".
Previsioni debito pubblico in calo - Il debito pubblico italiano è atteso calare dal 131,8% del 2017 al 130,3% del pil quest'anno e al 128,7% del pil nel 2019, scendendo al 125,1% nel 2023, dice ancora l'Fmi, secondo il quale il deficit è atteso scendere dal 2,3% del 2017 all'1,7% nel 2018 e del 2019, per poi attestarsi al 2,2% nel 2023. In aprile il Fondo aveva previsto un debito al 129,7% nel 2018 e al 127,5% nel 2019, per poi scendere al 116,6% nel 2023. Le previsioni del Fmi non tengono conto delle nuove stime del governo, e si basano "sui piani inclusi nel budget 2018 del governo e nel Def di aprile 2018.
Conte: "La crescita sarà superiore alle previsioni Fmi" - "Confidiamo che la crescita sarà sicuramente superiore alle previsioni del Fmi". Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte replica a distanza al Fondo monetario internazionale, a margine di una sua lezione all'Università di Firenze. "Siamo ben determinati - ha aggiunto - abbiamo ben meditato questa manovra, questa linea di azione. Dobbiamo consentire alla nostra economia di poter esprimere le sue potenzialità e dobbiamo ovviamente pensare anche allo sviluppo sociale del Paese. Lo facciamo con la massima ragionevolezza".