Pil Usa rivisto al ribasso e il mercato del lavoro, molto vivace nei mesi scorsi, sembra ora in affanno
Il G20 (in programma in Cina, 4-5 settembre) ha espresso le proprie intenzioni di “stimolare una crescita inclusiva, solida, sostenibile e l'occupazione”. Nuove ricette per la crescita sembrano ormai indispensabili alla luce del rallentamento generale che sta interessando l'economia mondiale.
Il Fondo monetario internazionale, alla vigilia del vertice dei principali capi di Stato e di governo, non ha escluso la possibilità di tagliare le stime di crescita globale per il 2016 a causa dei diversi indicatori che stanno mostrando un ulteriore rallentamento dell’economia, dall'inflazione troppo bassa al commercio internazionale in affanno.
Anche gli Stati Uniti, tra le economie più dinamiche in quest'ultimo periodo, hanno mostrato segnali che confermano un – lieve, in questo caso – rallentamento. Il Pil statunitense, infatti, è stato rivisto al ribasso e nel secondo trimestre la crescita economica è stata delll'1,1% e non dell'1,2% come stimato in precedenza.
La fase espansiva degli Stati Uniti – ricorda l'Istat nella consueta nota sull'andamento dell'economia – è stata trainata principalmente dalle esportazioni e dalla spesa per consumi delle famiglie mentre le importazioni, gli investimenti e le scorte hanno apportato un contributo negativo alla crescita.
Inoltre l'attività del settore manifatturiero – secondo l'indice ISM – ha registrato una contrazione, scendendo ad agosto a 49,4 punti, al di sotto quindi dei livelli che marcano una fase espansiva. Allo stesso modo il mercato del lavoro – indicatore cui la Fed presta particolare attenzione al fine di stabilire le politiche monetarie – ha evidenziato un andamento più lento.
Il tasso di disoccupazione è fermo al 4,9%, ma ad agosto l'economia statunitense ha creato 151 mila posti di lavoro, su livelli più bassi delle attese (in frenata anche i salari). In generale le persone senza lavoro ammontano a 7,8 milioni, mentre le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono risultate essere 263 mila unità nella settimana al 27 agosto, un piccolo rialzo rispetto alla settimana precedente.
Nonostante tutto, buone notizie giungono dai consumatori la cui fiducia ad agosto ha segnato un incremento significativo (ai massimi dal settembre 2015) come sintesi di un miglioramento dei giudizi sulla situazione economica presente e futura.