Nel comunicato finale dal meeting di Nigata, i ministri dell'Economia sottolineano la necessità di "rimanere vigili". E sul clima: "Intraprenderemo un'azione su vasta scala"
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Dalla riunione del G7 in Giappone emerge che l'economia globale "ha mostrato resilienza contro molteplici shock, tra cui la pandemia, la guerra della Russia contro l'Ucraina e l'inflazione". I ministri delle Finanze riuniti a Nigata hanno concluso che "dobbiamo tuttavia rimanere vigili ed essere agili e flessibili nelle nostre politiche macroeconomiche in un contesto di accresciuta incertezza sulle prospettive economiche globali". I Sette hanno poi ribadito il loro impegno nella lotta al cambiamento climatico.
"Siamo determinati ad affrontare con urgenza il cambiamento climatico, attraverso un'azione su vasta scala in questo decennio critico, al fine di mantenere entro il limite di 1,5 gradi l'aumento della temperatura globale", si legge ancora nella nota finale della riunione del G7. Nel testo viene inoltre sottolineata la "necessità di rafforzare la cooperazione e il coordinamento internazionali in materia politiche di mitigazione del cambiamento climatico all'interno del G7" e viene sottoscritto l'impegno ad "aumentare i nostri sforzi congiunti per mobilitare finanziamenti per il clima, con l'obiettivo di affrontare i due obiettivi della mitigazione e dell'adattamento climatico".
Dal meeting di Nigata ha parlato anche Ignazio Visco, evidenziando l'incertezza della situazione economica europea e mondiale. "Se c'è una cosa che raccomanderei è di essere attenti a come noi giudichiamo le prospettive sulle mosse future di politica monetaria", ha affermato il governatore della Banca d'Italia. "C'è un livello di incertezza molto alto a causa della guerra ancora non conclusa", della dimensione energetica che per ora è rientrata a livello di costi e dalla frammentazione globale, con la tensione con la Cina che richiede uno sforzo diplomatico".
Il numero uno di Bankitalia è intervenuto anche sul tema banche. "I rischi dell'economia reale cominciano a essere sentiti e le banche sono più caute a livello europeo, non solo italiano". Visco ha poi osservato che il rallentamento del credito a imprese e famiglie è la risposta a due questioni: l'aumento dei tassi, che ha agito sulla domanda, e "l'offerta di credito legata alle tensioni finanziarie emerse nell'ultimo periodo. L'Europa l'ha assorbito senza gravi difficoltà, ma è rimasto il rischio".