Gas via mare, le strade per fare a meno della Russia
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Mentre la crisi energetica sta mettendo in ginocchio diversi Paesi, tra cui l'Italia, la speculazione in atto ha raddoppiato il surplus commerciale per i Paesi Bassi
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L'Europa è ancora lontana dal trovare una quadra sull'introduzione o meno di un tetto sul prezzo del gas. Nei prossimi giorni è prevista una riunione tecnica, ma una decisione potrà essere presa solo nel prossimo vertice dei ministri dell'Energia. L'esito del summit dipenderà dalla capacità dei rappresentanti europei di trovare un compromesso politico tra quei Paesi - tra cui l'Italia - che vorrebbero imporre un tetto al prezzo del gas e quelli che invece preferirebbero non interferire con il mercato. Non sarà facile, soprattutto a causa dei veti imposti da alcuni Paesi, come l'Olanda, che sta traendo benefici dalla crisi in atto.
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Proprio in Olanda, ad Amsterdam, si trova infatti il centro della speculazione che ha portato in sei mesi - ovvero dall'inizio del conflitto in Ucraina - a far lievitare i prezzi del gas, cresciuti rispetto all'anno scorso di oltre il 1000%. Nella capitale olandese si trova infatti la borsa energetica, un hub virtuale che, pur trattando una quantità tutto sommato ridotta di scambi, è punto di riferimento a livello europeo per fissare i prezzi dei nuovi contratti.
Secondo la quasi totalità degli osservatori, l'ultima quotazione - intorno ai 340 euro al megawattora - non ha riscontri sul mercato reale: l'offerta non è così scarsa da giustificare l'impennata e si moltiplicano le voci di chi chiede di porre un freno alla speculazione, messa in pratica da fondi internazionali con contratti futures e derivati.
Così mentre Italia, Germania e Spagna subiscono gli effetti del caro-metano sule loro bilancia commerciale, a causa dei rincari nei costi d'importazione, per l'Olanda il surplus commerciale è letteralmente raddoppiato. Si è venuta a creare quindi una situazione di netto vantaggio a cui il Paese non vuole rinunciare e il veto in sede europea ne è la diretta conseguenza.