"L'obiettivo di riportare l'inflazione al 2% è di là da venire ma che l'economia stia rallentando è un dato anch'esso evidente", ha detto il ministro. L'Ue: "Presto esborso terza rata Pnrr, Italia nei tempi"
"Se i tassi fossero rimasti quelli dell'anno scorso o di due anni fa io avrei avuto 14-15 miliardi in più da mettere ad esempio sulla riduzione fiscale. Non ci sono più". Lo ha detto il ministro dell'economia, Giancarlo Giorgetti, precisando che "per chi è indebitato l'aumento dei tassi di interesse non è un fatto positivo. Noi abbiamo un debito tale per cui lo spread rispetto all'anno scorso dei tassi d'interesse fa sì che una Manovra di bilancio sia stata portata via dalla rendita finanziaria".
In Europa "siamo tutti messi male, è evidente che la politica monetaria restrittiva aveva obiettivo di rallentare la crescita dell'economia e devo dire che lo ha brillantemente raggiunto", ha aggiunto Giorgetti. L'obiettivo di riportare l'inflazione al 2% "è di là da venire ma che l'economia stia rallentando, molto in Germania e abbastanza purtroppo anche da noi e negli altri paesi, è un dato anch'esso evidente".
"Quando si fa una legge bilancio ci sono sempre richieste dei partiti e dei ministri ben al di là delle reali possibilità, poi però nel bilancio dello Stato a un certo punto si tira una linea e quella deve quadrare", ha affermato Giorgetti. "Siccome a breve il Parlamento deve approvare il numeretto di deficit che sta sotto la linea che poi dobbiamo anche presentare in Europa, bisogna mettere un numero che sia ragionevole e che dimostri la volontà del Paese di tornare a una politica fiscale prudente che sia compatibile con il nostro livello di debito".
Quello che spaventa Giorgetti, ha spiegato, non è tanto il giudizio della commissione Ue, "a me fa paura la valutazione dei mercati che comprano il nostro debito pubblico e dico ai ministri che rispetto il loro operato ma tutte le mattine ho il problema di vendere il nostro debito pubblico e devo essere accattivante per convincere la gente ad avere fiducia".
Sulla riforma del patto di stabilità "penso che un accordo si raggiungerà, se non a ottobre dopo Natale", ha detto con convinzione il ministro dell'Economia secondo il quale tuttavia si dovrà pensare a "una formula che permetta in qualche modo di capire la situazione nella realtà attuale della storia". Il ministro ha sottolineato che "bisogna capire l'epoca in cui stiamo vivendo e non è più quella del Covid, però una guerra nel cuore dell'Europa c'è ancora e poi l'energia, l'immigrazione, il grano sono usate come armi per battaglie geopolitiche. Forse chi fa politica, queste situazioni le deve valutare" ha detto, precisando comunque di "rispettare la Bce e non metto in discussione la sua indipendenza".
"L'Italia chiede l'esclusione degli investimenti dal patto di stabilità e crescita perché l'introduzione di questa regola dal 2024 in avanti per un Paese come l'Italia, che ha 80 miliardi al minimo purtroppo in continuo aumento di superbonus da pagare sul debito nei prossimi 3-4 anni, e ha spese importantissime di investimento finanziate coi prestiti del Ngeu è matematicamente impossibile rispettare quella regola" di riduzione del debito, ha detto ancora il ministro.
In merito all'andamento del Pnrr italiano, per quanto riguarda il riferimento al "rischio di ritardi" contenuto nell'odierna Relazione annuale sul Recovery Resilience Facility, questa frase era già stata inserita nelle raccomandazioni specifiche per Paese di luglio all'Italia e a diversi altri Paesi. L'adozione odierna da parte del Consiglio delle modifiche alla quarta richiesta di pagamento e l'imminente revisione generale del piano mirano effettivamente a evitare il rischio di ritardi". Lo ha spiegato un portavoce della Commissione Ue, sottolineando "il lavoro a stretto contatto e in modo proficuo" con Roma.
"Accogliamo con favore l'approvazione odierna da parte del Consiglio delle modifiche mirate alla quarta richiesta di pagamento dell'Italia.
Attendiamo ora di ricevere la quarta richiesta di pagamento dell'Italia. La Commissione adotterà presto la decisione finale sull'esborso" della terza rata attraverso una procedura di comitatologia", ha aggiunto il portavoce. "Finora l'Italia ha rispettato il calendario del piano".