Il ministro dell'Economia sottolinea che bisogna applicare la legge di Bilancio e lavorare per far ripartire gli investimenti. "No a politiche restrittive", spiega allontanando le ipotesi di manovre correttive
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"Bisogna lavorare per la crescita in questo momento, attuare la Manovra, e soprattutto lavorare a fondo per far ripartire gli investimenti pubblici, tutte le opere pubbliche, quelle bloccate, quelle che devono iniziare, è un compito importante non si può più filosofeggiare su questo". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, sottolineando che "il momento è difficile e questo contrasta con l'idea che bisogna fare politiche restrittive".
"No a manovra correttive" - "In questo momento è completamento sbagliato" sostenere che l'Italia dovrà procedere a una manovra correttiva, spiega Tria, in conferenza stampa al termine dell'Eurogruppo, dopo che sia Bankitalia sia l'Fmi hanno tagliato le stime di crescita del Belpaese allo 0,6%.
Conti pubblici non corrono pericolo - "I nostri conti pubblici - sostiene Tria - non corrono alcun pericolo, prima di tutto perché il quadro di finanza pubblica è stimato su una crescita tendenziale dello 0,6%". "Quando si fanno le previsioni e si fanno calcoli sommari di manovre correttive, in questo c'è un errore proprio basilare di impostazione", continua il titolare di via XX settembre. "Le manovre correttive - sostiene il ministro - si fanno se le entrate e le uscite da noi stimate dovessero cambiare, ma non perché cambia la congiuntura. In questo caso la Commissione darebbe più spazio perché aumenterebbe il gap con la crescita".
In un periodo di rallentamento stime più incerte - Tria sottolinea che "ci sono degli strumenti per impedire che gli obiettivi non vengano raggiunti" e aggiunge ancora che "il rallentamento dell'economia maggiore di quello previsto non comporta di per sé alcuna manovra correttiva, anche la Commissione non chiederebbe mai di fare manovre così fortemente procicliche". "Le previsioni - sottolinea ancora il ministro - sono complesse e come vedete sono cambiate di mese e mese. Sono passate dall'1 allo 0,6 per cento anche le previsioni di Bankitalia, in pochi mesi. Anche noi stiamo correggendo le nostre previsioni, ma è ovvio che in un periodo di rallentamento dell'economia le stime sono molto più incerte".