La relazione annuale di Unione Petrolifera

Giù la domanda di greggio in Italia nel 2016. Ancora in calo anche la fattura petrolifera

Secondo le stime di Unione Petrolifera anche nei primi mesi del 2017 la domanda italiana di petrolio è diminuita, registrando un -1,9%

28 Giu 2017 - 09:34
 © ansa

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Nella media relativa ai primi sei mesi del 2017 il prezzo del petrolio si è mostrato in crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e potrebbe continuare a viaggiare su livelli simili anche nella seconda parte dell’anno. È quanto stima l'Unione Petrolifera nel resoconto diffuso in occasione dell’Assemblea annuale 2017.

Secondo il gruppo, i prezzi continuano a mostrarsi però ancora piuttosto altalenanti. Dopo la forte ripresa registrata negli ultimi mesi dello scorso anno, quando i principali Paesi esportatori (OPEC e non OPEC) hanno concordato su un taglio della produzione per tentare di riappianare l’equilibrio tra la domanda e l’offerta di greggio, il prezzo ha proseguito le sue oscillazioni, toccando il massimo annuo a febbraio, intorno ai 56 dollari al barile, per poi riscendere ai 43 dollari al barile di qualche settimana fa.

In effetti è l’equilibrio tra domanda e offerta la chiave di tutto. Non bisogna infatti dimenticare che il crollo delle quotazioni del 2014 è legato soprattutto alla scarsa domanda da parte dell’Eurozona, ancora interessata dalle difficoltà della crisi economica, e da parte degli Stati Uniti, che nel frattempo si è avvicinata notevolmente all’autosufficienza grazie allo sviluppo dell’estrazione per frantumazione idraulica delle rocce bituminose.

Va da sé, quindi, che determinante per la risalita dei prezzi sarà proprio la domanda, destinata - secondo l’AIE - a superare la soglia dei 100 milioni di barili al giorno nell’ultimo trimestre del 2018. Eppure in alcuni Paesi importatori le incognite ancora rimangono tali.

Prendiamo l’Italia. Secondo i dati di Unione petrolifera, nel 2016 i consumi petroliferi del nostro Paese hanno registrato una contrazione dello 0,9%, dopo essere cresciuti del 4,1% nel corso del 2015, e sono diminuiti di un ulteriore 1,9% nei primi cinque mesi dell’anno in corso.

Nel corso degli ultimi anni anche la fattura petrolifera è diminuita notevolmente, passando dai quasi 34 miliardi di euro del 2012 ai 12,5 miliardi del 2016, arrivando a toccare il minimo storico. Solo rispetto all’anno precedente la cifra è scesa di quasi quattro miliardi di euro, ma già nel corso del 2017 - sulla scia di una stimata ripresa dei prezzi al barile - potrebbe risalire ai livelli del 2015.

A diminuire non è stata però solo la fattura petrolifera, ma anche quella energetica in generale. Come il petrolio, anche il gas naturale, i biocarburanti e le biomasse e i combustibili fossili hanno contribuito negativamente alla fattura energetica, facendola scendere a 25,3 miliardi di euro dai quasi 35 dell’anno precedente.

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