Nella graduatoria, composta da 109 Paesi, l’Italia si colloca solo al 74esimo posto
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L'Italia, nonostante la sua capacita di formare talenti, non se la cava bene nella fase di attrazione di professionisti già “pronti”. E' quanto emerge dal Global Talent Competitiveness Index (Gtci) redatto da Insead in collaborazione con Adecco e Hcli.
Lo studio, che prende in considerazione la capacità di 109 Paesi (contro i 93 dell'analisi dello scorso anno) di formare professionisti in patria e di attrarre quelli provenienti dal resto del mondo, pone l'Italia al 41esimo scalino della graduatoria. Con la posizione ottenuta, sulla base di vari indici, il nostro Paese si piazza dunque ben lontana dalla vetta, ma anche dagli altri Paesi europei. Basti pensare che peggio di noi fanno solo la Grecia, la Croazia, la Bulgaria, il Montenegro, la Romania, e l'Albania.
Le prerogative su cui si basa lo studio sono, appunto, la capacità di attrarre talenti esteri, la capacità di formarli “in casa”, la capacità di tenere quelli provenienti dall'estero e la capacità di far crescere ulteriormente i talenti acquisiti.
Guardando i singoli indici si nota subito come sia proprio la fase iniziale quella più difficile per l'Italia. Per l'attrattività il nostro Paese si attesta infatti al 74esimo posto, mentre fa leggermente meglio nelle fasi successive: una volta in Italia appare più facile fidelizzare i talenti (una capacità per la quale otteniamo il 40esimo posto), grazie anche alle possibilità di crescita che il nostro Paese offre (35esimo posto).
Non si tratta certo di risultati brillanti, soprattutto se confrontati con quelli dei Paesi più virtuosi (come la Svizzera, Singapore o il Lussemburgo), ma quanto meno significa che l'Italia, una volta ottenuti i talenti, ha dalla sua qualche requisito per non farseli scappare.
Guardando i vertici della classifica si può notare come il primo posto sia occupato dalla Svizzera, seguita da Singapore, Lussemburgo, Stati Uniti, Danimarca e Svezia. Agli ultimi posti della top ten troviamo invece il Regno Unito, Norvegia, Canada e Finlandia. La Francia si piazza invece al 22esimo posto, mentre la Germania e la Spagna al 14esimo e al 36esimo.