Visioni distanti tra Lollobrigida, che vuole un divieto ai pannelli fotovoltaici sui terreni coltivati, e Pichetto Fratin, che a febbraio aveva varato un pacchetto di incentivi
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Scoppia lo scontro nel governo sul divieto ai pannelli fotovoltaici sui terreni coltivati, che il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha inserito nel Decreto di sostegno al settore, che porterà la prossima settimana in Consiglio dei ministri. Il ministero dell'Ambiente, che a febbraio aveva varato un decreto di incentivi ventennali all'agrivoltaico, fa sapere che "la proposta non risulta condivisa". Insorgono le associazioni di impresa dell'energia, con Elettricità Futura e Utilitalia che scrivono ai ministri di "riconsiderare" la decisione. Mentre Coldiretti, da sempre contraria all'agrivoltaico, difende il provvedimento. Il ministro Gilberto Pichetto Fratin tenta infine di gettare acqua sul fuoco: i due ministeri, scrive, "stanno interloquendo per trovare la migliore formulazione".
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"Le zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sono aree non idonee all'istallazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra", si legge all'articolo 6 della bozza di Decreto del ministero dell'Agricoltura sui sostegni al settore. La bozza è uscita giovedì, e dovrebbe andare in Cdm la prossima settimana. Ma venerdì il ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica ha fatto trapelare la sua irritazione: "La proposta non risulta condivisa", fanno sapere fonti del Mase. Il ministero di Gilberto Pichetto Fratin a febbraio ha varato un decreto per incentivare l'agrivoltaico con 30 milioni di euro all'anno per 20 anni, per arrivare a 1,04 Gigawatt di potenza installata al 2026. Un obiettivo che il provvedimento del collega Lollobrigida rischia di far saltare.
Italia Solare, che riunisce le imprese del settore, insorge per prima. "Il decreto - commenta il presidente Paolo Rocco Viscontini - non fa gli interessi del settore agricolo, dove c'è tanto consenso per l'agrivoltaico, e neppure quelli dei cittadini italiani, che vogliono indipendenza energetica e bollette basse". Italia Solare smentisce che l'agrivoltaico sottragga terreno all'agricoltura: a suo dire i pannelli coprirebbero solo lo 0,24% della superficie agricola nazionale, e anche sotto questi sarebbe possibile coltivare e far pascolare. Gli agricoltori inoltre avrebbero un guadagno supplementare dalla produzione elettrica.
Nel pomeriggio Elettricità Futura, l'associazione delle imprese elettriche, e Utilitalia, la Federazione delle utilities, scrivono una lettera congiunta ai ministri Lollobrigida e Pichetto, chiedendo di "riconsiderare" il divieto all'agrivoltaico. La norma, scrivono, "determinerebbe una battuta d'arresto per gli investimenti necessari a conseguire gli obiettivi di transizione energetica fissati dal governo stesso e le relative ricadute positive di carattere economico ed occupazionale".
Coldiretti la pensa diversamente. "Per tutelare l'agricoltura nazionale - scrive l'associazione degli agricoltori - occorre anche un deciso stop al fotovoltaico selvaggio, con la copertura di intere aree agricole produttive con distese di ettari di pannelli a terra. Coldiretti non è contro le rinnovabili, come dimostra anche la forte partecipazione alla misura del Pnnr per gli impianti fotovoltaici sui tetti di stalle e cascine".
Nel tardo pomeriggio di venerdì, arriva infine la precisazione di Pichetto Fratin: "Confermo che i rispettivi uffici stanno interloquendo per trovare la migliore formulazione a tutela da un lato degli agricoltori e dei loro terreni agricoli e dall'altro dei target di decarbonizzazione da raggiungere e gli investimenti delle imprese. Sono convinto che riusciremo a raggiungere il risultato da tutti auspicato".