"comprate direttamente da noi le borse di lusso"

Guerra commerciale, per la Cina scendono in campo i creator di TikTok

La risposta informale di Pechino alle nuove regole sul commercio internazionale passa dai social, con gli artigiani cinesi che mostrano il dietro le quinte dei prodotti di lusso realizzati per i brand occidentali. Ma gli esperti di moda mettono in guardia: sono solo falsi

18 Apr 2025 - 15:33
 © tik tok

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La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha trovato un nuovo campo di battaglia: i social media. All'indomani del "Liberation Day" proclamato da Donald Trump lo scorso 2 aprile, con l'annuncio di nuovi dazi sui prodotti cinesi, la risposta di Pechino è arrivata indirettamente attraverso una massiccia campagna su TikTok orchestrata da produttori e artigiani..

Basta scrivere "China" nella barra di ricerca della piattaforma per trovare come primo risultato suggerito "China Manufactures". La scelta di TikTok come veicolo principale di questa campagna non è casuale: la piattaforma è infatti di proprietà della società cinese ByteDance.

Il contenuto dei video

 Centinaia di account hanno iniziato a pubblicare video che intendono "svelare i segreti" della supply chain del lusso, vale a dire la lunga catena produttiva di borse, cinture, sneakers e altri prodotti iconici che spesso brand occidentali producono in stabilimenti lontani dai loro quartieri generali. Nei loro contenuti, artigiani cinesi assemblano meticolosamente accessori che sembrano identici a quelli originali, accompagnati da dettagliate analisi dei costi.

In un video diventato virale, un creator ha analizzato i componenti di una famosa borsa di lusso: "1.395 dollari di costi totali contro i 38mila del prezzo in boutique". Il messaggio è chiaro: "Questi prodotti esclusivi che costano decine di migliaia di euro? Li facciamo noi, qui in Cina, per una frazione del prezzo, quindi comprateli adesso direttamente da noi".

Troppo bello per essere vero

 Gli esperti del settore moda non hanno dubbi: i prodotti mostrati in questi video sono contraffazioni, seppur realizzate con cura. Ma l'impatto comunicativo è devastante, perché molti utenti credono a ciò che vedono. "Where can I contact this gentleman to make me a bag?" (dove posso contattare questo signore per farmi fare una borsa?) chiede un utente nei commenti, mentre un altro sentenzia: "Everything is made in China, you just paying for brand" (tutto è prodotto in Cina, tu paghi solo per il brand).

In un'intervista alla rivista di settore "Pambianco" Luca Solca, analista di Bernstein, ha sintetizzato il problema: "Dubito che queste affermazioni siano legittime. Tuttavia, potrebbero rappresentare un rischio reputazionale significativo".

Saltano le regole del commercio mondiale? La Cina vuole dire la sua

 La maggior parte degli articoli mostrati non sono originali, ma è innegabile che i paesi produttori siano interconnessi. E in un momento in cui gli Stati Uniti di Donald Trump hanno fatto saltare il banco delle regole del commercio, la Cina - colonna portante nella manifattura globale - non si accontenta di stare a guardare e vuole dettare la sua linea. Sembra questo il messaggio sottinteso a questo genere di contenuti social.

In un contesto di crescente tensione commerciale – con i nuovi dazi Usa che potrebbero toccare il 245% per quanto prodotto in Cina, come annunciato in un documento della Casa Bianca – i video pubblicati sui social sembrano rispondere all'escalation.

Che parte della produzione, anche quella dei marchi più esclusivi, sia affidata a fabbriche cinesi tramite accordi è storia nota. In questi casi gli articoli vengono realizzati in Cina e successivamente completati altrove con loghi e dettagli finali. Ma passare a comprare direttamente da questi fornitori significa rinunciare alle garanzie, al controllo qualità e agli standard assicurati dai grandi brand. Infatti è praticamente impossibile verificare se dietro questi account social si celino realmente i terzisti ufficiali dei grandi marchi o semplici imitatori.

È probabile che così Pechino voglia ricordare all'Occidente la sua centralità nella catena produttiva globale, non solo nel campo della tecnologia, ma anche nel lusso. L'utilizzo di TikTok appare una scelta strategica che permette di parlare direttamente ai consumatori occidentali, saltando i canali diplomatici tradizionali e dicendo ai consumatori spaventati dai rincari: se Washington gioca la carta dei costi proibitivi sulle merci, noi non abbiamo paura di sparare contro reputazione, qualità e credibilità dei vostri brand.

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