Secondo l'ISTAT, la domanda interna sta rappresentando il principale motore alla crescita “moderata” del Prodotto interno lordo italiano
L'ultima indagine della Banca centrale europea (BCE) rivela che l'accesso al credito bancario non rappresenta più la principale preoccupazione delle PMI europee.
Secondo il sondaggio più recente della Banca centrale europea (BCE) sul rapporto tra le piccole e medie imprese (PMI) e gli istituti di credito, il 27% del campione – l'indagine ha coinvolto 11.725 imprese, di cui il 91% impiega meno di 250 addetti – sostiene che la difficoltà maggiore sta nel trovare chi è disposto ad acquistare i propri prodotti o servizi, una percentuale in crescita del 7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Contemporaneamente si è ridotta la quota di chi lamenta difficoltà di accesso al credito bancario, passata al 12% dal 14% di sei mesi fa. Ma le PMI europee non sono l'uniche a dirsi preoccupate dall'andamento dei consumi.
Nei giorni scorsi anche il presidente della BCE, Mario Draghi, ha sottolineato che il persistere dei dubbi sul futuro dell'Unione europea “contribuisce senza dubbio ad alimentare l'incertezza di persone e imprese”, frenando “consumi e investimenti”. Rimuovere tali incertezze, ha concluso Draghi, “aiuterà il rilancio dell'economia” europea.
Del resto, i consumi offrono un contributo notevole alla crescita di un'economia. In Italia, ha osservato l'ISTAT nella sua ultima nota mensile, la domanda interna sta rappresentando il principale motore alla crescita “moderata” del Prodotto interno lordo (PIL) del Paese.
Fortunatamente l'aumento dei consumi registrato lo scorso anno dovrebbe proseguire anche nel prossimo biennio, almeno secondo le ultime stime della Banca d'Italia. Palazzo Koch sostiene che, grazie al progressivo miglioramento del mercato del lavoro, i consumi delle famiglie italiane dovrebbero crescere tanto nel 2016 (+1,5% su base annua) quanto nel 2017 (+1,4%).