Secondo l'Eurostat, nella maggior parte dei Paesi membri sono rimasti relativamente stabili negli ultimi tre anni
L'Eurostat rivela che nel 2015 i consumi effettivi individuali presentano differenze significative da Paese a Paese. Lo scorso anno i consumi effettivi individuali - anche indicati dall'acronimo AIC - sono stati superiori alla media europea in una manciata di Stati membri dell'UE. Un elenco, che complessivamente comprende dieci Paesi, in cui non figura l'Italia.
L'Eurostat comunica che i livelli più alti sono stati registrati in Lussemburgo e Germania, dove i consumi effettivi pro-capite sono stati rispettivamente superiori alla media europea del 37 e di oltre il 20%. A seguire Austria, Danimarca, Belgio, Finlandia, Regno Unito, Francia, Olanda e Svezia, con valori compresi tra il 10 e il 20% sopra la media UE.
L'Italia non compare nella lista: nel nostro Paese, infatti, i consumi individuali effettivi sono inferiori del 10% alla media. Un risultato poco positivo. L'AIC è indicatore molto importante in quanto, diversamente dal PIL pro-capite spesso utilizzato per comprendere il livello di benessere di un Paese, permette di misurare il reale tenore di vita delle famiglie.
Il motivo è semplice, sottolinea l'Eurostat. A differenza di quanto accade nei conti nazionali, dove la spesa per i consumi delle famiglie si riferisce esclusivamente alla spesa per beni e servizi acquistati dagli stessi nuclei familiari – in Italia, nel 2015, la spesa per abitante per consumi finali delle famiglie valutata a prezzi correnti è di 16,6mila euro (dati ISTAT) –, l'AIC considera tutti i beni e i servizi consumati effettivamente dalle persone, senza tenere conto di chi ne ha provveduto al pagamento (amministrazioni pubbliche, istituzioni senza scopo di lucro o la famiglia).
Questo perché diversi servizi consumati dalle famiglie (l'Eurostat cita l'esempio del servizio sanitario) in alcuni Paesi sono a carico della pubblica amministrazione mentre in altri non lo sono. Calcolare i consumi effettivi pro-capite, che negli ultimi tre anni sono rimasti relativamente stabili nella maggior parte degli Stati membri, consente di comprendere così il tenore di vita dei nuclei familiari sparsi per l'Unione europea meglio della spesa per abitante per consumi finali delle famiglie, che presenta, secondo i più recenti dati ISTAT, significative differenze territoriali: nel 2015 La spesa per consumi finali delle famiglie a prezzi correnti è di 19,4mila euro nel Nord-ovest, superiore a quella registrata nel Nord-Est (19,2mila euro), nel Centro (17,4mila euro) e nel Mezzogiorno (12,7mila euro) del Paese.