Per Jens Weidmann le idee di Padoan sono troppo ottimistiche. E l'helicopter money della Bce deve "tornare nel cassetto delle ipotesi accademiche"
Da quando esiste l'Europa, il Patto europeo "è stato violato da più Stati, tra cui l'Italia". E con queste parole del capofila dei falchi nella Bce, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, torna a salire la tensione tra Roma e Berlino. Tanto più che Weidmann, in visita all'ambasciata tedesca a Roma, ha ribadito l'aut aut sul futuro della governance economica dell'Eurozona, una posizione in contrasto con quella italiana a firma Padoan-Renzi.
Weidmann dice di non essere "così ottimista" come Padoan sul fatto che "la condivisione dei rischi e delle responsabilità rappresentino forti inventivi a rispettare le regole e a prevenire comportamenti opportunistici". E in merito all'helicopter money della Bce, di cui si sta discutendo, invita a farla tornare "nel cassetto delle ipotesi accademiche", perché "distribuire liquidi alle persone come una manna dal cielo creerebbe un buco nel bilancio".
Un discorso che al ministero dell'Economia liquidano come "posizioni note, niente di scandaloso", sottolineando come l'Italia abbia opinioni diverse sulla condivisione dei rischi e anche sulla proposta tedesca di inserire un tetto ai titoli di Stato bloccata sabato ad Amsterdam. Ma anche su questo Weidmann ribadisce le proprie posizioni: definisce "assurdo" considerare privi di rischio i titoli di Stato dei paesi dell'Eurozona, mentre "a mio avviso la riduzione dei rischi per le banche in merito ai titoli di Stato da esse detenuti è fra l'altro un presupposto importante per la possibile introduzione di un fondo comune europeo di garanzia dei depositi".
Weidmann suggerisce che l'ideale sarebbe un'Unione fiscale europea, derogando poteri nazionali all'Eurozona in materia di bilancio, ma su questo il numero uno della Bundesbank è pessimista: ci sono "ostacoli enormi" e "al momento non vedo la volontà di superare questi limiti, né in Italia, né in Germania, né in altri paesi".
Dunque, "se si ha timore della rinuncia alla sovranità nazionale, il rafforzamento" delle regole esistenti è l'unica alternativa. Ma una soluzione sarebbe "un'autorità fiscale europea, che assume il compito del controllo di bilancio attualmente di competenza della Commissione, sarebbe una soluzione". Insomma la scelta è tra un ministro delle Finanze dell'Eurozona o una stretta sulle regole. Che, per Weidmann, non funzionano: "da quando esiste l'Unione monetaria le regole del patto di stabilità e crescita sono state violate da alcuni Stati, fra i quali anche l'Italia, più spesso di quanto siano state osservate".