Secondo la Cgia di Mestre, nel 2014 i contribuenti italiani hanno versato 43,7 miliardi di euro per le imposte patrimoniali
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Il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha annunciato che Bruxelles chiederà al governo italiano "le ragioni e le potenziali implicazioni" dell'abolizione dell'Imu, la tassa sulla prima casa, promessa dal premier Matteo Renzi e che se applicata ridurrebbe il peso delle tasse patrimoniali.
Quello dell'esecutivo italiano è un impegno che, se rispettato, ridurrebbe il peso complessivo delle tasse patrimoniali, ovvero i prelievi fiscali diretti calcolati in base alla ricchezza posseduta dalle persone in un determinato momento. Tra le quali (naturalmente) vanno incluse anche l'Imu e la Tasi, le imposte sulla casa a carico dei proprietari, che garantiscono oltre la metà del gettito complessivo.
Secondo un recente computo dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre, sulla base dei dati del ministero dell'Economia e dell'Istat, durante il 2014 gli italiani hanno versato 48,6 miliardi di euro in tasse patrimoniali (bollo auto, canone Rai, imposta sulle transazioni finanziarie, sulle successioni e donazioni...) contro i 43,7 del 2013 o i 31,6 miliardi del 2010, ad esempio.
Come anticipato in precedenza, l'Imu e la Tasi hanno garantito all'Erario oltre la metà dell'importo complessivo riscosso l'anno scorso: 24,7 miliardi di euro.
Una cifra cresciuta considerevolmente nel corso degli ultimi anni. Stando ad alcune stime del Codacons, il Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell'Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori, il valore complessivo di Imu e Tasi è cresciuto del 177% nell'ultimo triennio, passando dai nove miliardi del 2011 ai circa 25 dello scorso anno.
Naturalmente l'abolizione delle tasse sulla prima casa, l'Imu agricola e sugli imbullonati consentirà di alleggerire il peso delle imposte patrimoniali: per la Cgia di Mestre, nel 2016 i contribuenti potrebbero risparmiare così 4,6 miliardi di euro.