Mercato del lavoro

Pur migliorando l'Italia è ancora indietro

Nonostante dinamiche positive rispetto al recente passato nel confronto con i paesi Ocse presentiamo ancora ritardi in termini occupazionali

19 Mag 2016 - 13:22

I recenti dati dell'Inps sulla diminuzione dei contratti stabili in un anno confermano il trend in calo, che già si era cominciato ad osservare nelle scorse settimane, legato alla riduzione degli sgravi contributivi previsti per le nuove assunzioni. Così, nel settore privato, risultano nel primo trimestre dell'anno un milione e 188 mila assunzioni – il 12,9% in meno – e, più nello specifico, si rileva una contrazione di oltre il 33% dei contratti a tempo indeterminato.

Il dato non dovrebbe stupire granché. Già di recente un'analisi condotta dal centro studi ImpresaLavoro (sempre su dati Inps) aveva chiarito che nel 2015 il 61% del totale dei contratti di lavoro a tempo indeterminato attivati era stato assistito dall'esonero contributivo. Naturalmente le dinamiche non si esauriscono tutte qui: al di là degli incentivi una reale ripresa occupazionale deve essere sostenuta da una crescita robusta.

La situazione economica dell'Italia ha evidenziato dei progressi (primi segnali positivi alla fine del 2014, per poi consolidarsi nel 2015) e anche per quest'anno l'Istat stima un aumento del Pil dell'1,1% – trainato dalla risalita della domanda interna – e l'occupazione in discesa all'11,3% (stabile in media d'anno) dal precedente 11,9%.

Tuttavia i miglioramenti fin qui sinteticamente descritti ancora non bastano a compensare la perdita registrata negli anni della crisi e, soprattutto, ad accorciare il ritardo sui paesi partner. A marzo – ultimi dati disponibili – il tasso di occupazione si è attestato al 56,7%, in crescita di due decimi di punto rispetto al mese di febbraio, ma su valori stabili ormai da diverso tempo. Nel 2015, infatti, l'indicatore ha raggiunto il 56,3% a fronte di una media Ocse pari al 66,2% (tornando su livelli pre-crisi) e di una media Eurozona al 64,5%.

Il tasso di occupazione in Francia si è attestato nello stesso periodo considerato al 63,8% (in linea con il 2014), in Germania al 74%, in Spagna al 57,8%. Se si considerano le diverse fasce di età, nel quarto trimestre del 2015 il tasso di occupazione nella classe 25-54 anni si è attestata al 68,3% contro una media Ocse al 76,7% e una media dell'Eurozona al 76,8%.

Più preoccupante la situazione per i giovani (15-24). In questo caso il tasso di occupazione si è fermato lo scorso anno al 15,9% quando in Germania si è attestato al 45,5% e in Francia al 27,9%. La media Ocse, relativa al quarto trimestre 2015, è pari al 40,5%, quella dell'Eurozona al 30,7%.

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