Tra il 2008 e il 2015 l’Italia ha perso 932 mila posti di lavoro, per il Fmi saranno necessari non meno di 20 anni per risalire la china
© ansa
I dati provvisori dell'Istat sul mercato del lavoro confermano le preoccupazioni del Fondo monetario internazionale: tornare ai livelli precedenti allo scoppio della crisi economica sarà dura. Secondo il Fmi, infatti, potrebbero volerci circa 20 anni.
Dalle stime diffuse dall'ufficio stampa dell'Istituto nazionale di statistica emerge infatti un nuovo inasprimento di tutti gli indici relativi al mercato del lavoro. Dopo le performance, vagamente positive, di aprile, gli occupati e il tasso di occupazione hanno confermato il calo riportato già a maggio: a giugno gli occupati sono scesi dello 0,1%, della stessa entità anche il calo che ha interessato il tasso di occupazione.
I disoccupati sono invece aumentati di 55 mila unità (+1,7%) e il tasso di disoccupazione dello 0,2% (dopo il -0,2% di aprile e la variazione nulla di maggio), portandosi nuovamente al 12,7%. Preoccupanti anche i dati relativi alla partecipazione al mondo del lavoro da parte dei giovani: il tasso di disoccupazione si attesta infatti al 44,2%, mentre quello di occupazione al 14,5%.
Insomma, sarà dura risalire la china. D'altronde, come spiega anche la Cgia di Mestre, tra il 2008 e il primo trimestre del 2015 l'Italia ha perso ben 932 mila posti di lavoro. Tanto per fare un esempio: mentre nel giugno del 2008 il tasso di disoccupazione e quello di occupazione si attestavano, rispettivamente al 7,1% e al 58,6%, a giugno del 2015 si sono attestati invece al 12,7% e al 55,8%.
Nello stesso periodo, infatti, il numero di occupati è passato dalle 23,083 milioni di unità del 2008 alle 22,297 milioni di unità del giugno del 2015. Per quanto riguarda invece le persone in cerca di un'occupazione, in valori assoluti si è assisti un aumento da 1,763 milioni di unità a 3,233 milioni.