Dall’analisi è emerso che il 30% delle famiglie più povere detiene meno dell’1% della ricchezza totale
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Tra il 2012 ed il 2014 si è finalmente arrestata la diminuzione del reddito netto che aveva interessato le famiglie italiane dall'inizio della crisi economica. Una riduzione quella iniziata nel 2008, come spiega Bankitalia nell'indagine I bilanci delle famiglie italiane dell'anno 2014, che era legata principalmente legata al calo anno dopo anno dei redditi da lavoro.
La banca d'Italia spiega, dunque, che nel corso dello scorso anno il reddito familiare netto medio si è attestato a circa 30.500 euro annui, una cifra rimasta sostanzialmente stabile rispetto al 2012 ma che comunque risulta ancora inferiore del 15% rispetto al 2006. Questo perché i redditi da lavoro dipendente e autonomo e i redditi da capitale, nello stesso periodo, sono scesi rispettivamente del 17%, del 39% e dell'11%.
La stabilità registrata invece tra il 2012 ed il 2014 è invece il risultato della crescita del 4% dei redditi da lavoro autonomo e da +2% di quelli da lavoro dipendente (ancora in calo invece quelli da capitale: -4%).
Per quanto riguarda invece la ricchezza netta della famiglia tra il 2012 ed il 2014 Bankitalia ha rilevato un calo del 15%, risultato di un calo del 11% registrato dalla ricchezza delle famiglie del quinto più abbiente (anche per effetto del calo dei prezzi degli immobili). Al contrario, nel periodo preso in considerazione, il patrimonio medio netta delle famiglie sotto la mediana di ricchezza è aumento del 4%.
Un quadro interessante è quello riguardante le disuguaglianze. Secondo l'analisi nel 2014, quando la ricchezza netta media delle famiglie italiane si è attestata a 218mila euro, il patrimonio del 30% delle famiglie più povere - settemila euro in media – era pari a meno dell'1% della ricchezza complessiva. Di contro il patrimonio medio del 5% delle famiglie più abbienti – pari a 1,300 milioni di euro – rappresentava oltre il 30% della ricchezza complessiva.