Secondo l'ultima indagine di Mediobanca buoni risultati hanno interessato sia il mercato interno che quello estero
Secondo un’indagine realizzata dal centro studi di Mediobanca il settore vinicolo italiano sta godendo di ottima salute, mettendo a segno risultati nettamente migliori rispetto all’intera industria manifatturiera.
Fatto 100 il fatturato netto dell’industria del vino nel 2011, nel 2016 si registra un aumento di 27,3 punti, contro l’aumento di 11,7 punti che ha interessato l’industria manifatturiera. Interessante notare come nel lasso di tempo considerato il fatturato del settore vinicolo sia sempre aumentato anno dopo anno, mentre quello manifatturiero tra il 2012 ed il 2014 (98,4 punti nel 2012, 97,4 nel 2013 e 98,8 nel 2014) è sceso sotto il livello del 2011, per tornarne al di sopra solo nel 2015 (101,2 punti).
Le performance migliori hanno interessato il fatturato legato alle vendite di vino verso l’estero, il cui indice tra il 2011 e lo scorso anno è cresciuto di 37,7 punti. Bene anche il fatturato interno che nello stesso periodo è aumentato di 17,6 punti.
Soffermandosi sull’export del settore, è interessante notare come nel 2016, nonostante si confermi ancora una volta l’Unione europea la prima area di destinazione - con una quota del 52,1%, contro il 34,2% del Nord America, il 4% di Asia e Australia, l’1,3% del Centro e Sud America e l’8,4% del resto del Mondo – l’amento più consistente tra il 2015 ed il 2016 abbia interessato le vendite verso l’area del Centro e del Sud America, il cui fatturato ha registrato un +13,1% contro il +7,9% di quello delle vendite verso Asia e Australia, il +6,3% del fatturato legato all’export verso il Nord America e contro il +7,1% di quello relativo alle vendite verso l’Ue.
Risultati positivi, nel corso del 2016, hanno interessato anche l’occupazione gli investimenti materiali del settore. Il primo indice ha registrato un +0,4% sul 2015, mentre gli investimenti riportano un +6,6%.