Negli anni della crisi economica l'agricoltura ha mostrato una tenuta migliore rispetto agli altri settori. Mentre tra il 2008 ed il 2015 il valore aggiunto del settore primario cresceva dell'8,7%, quello dell'industria riportava un calo dell'8,9% (+5,2% per i servizi).
Anche se – come evidenziato dalla Coldiretti – a fine 2016 l’agricoltura (a causa di fattori come il maltempo e i terremoti che hanno interessato il Centro-Italia) ha contribuito meno degli altri settori all’aumento del Pil del Paese, nel corso degli ultimi due anni il settore primario ha svolto un ruolo fondamentale nella ripresa, con performance di tutto rispetto soprattutto nel Mezzogiorno.
Secondo il Rapporto Ismea-Svimez sull’agricoltura del Mezzogiorno, dopo il calo del valore aggiunto dell’agricoltura registrato nel 2014 (-6,7%), nel 2015 si è registrato un +5,6%, mettendo a segno una crescita ben più ampia rispetto a industria (+2,2%) e servizi (+1,1%). Un confronto che verte a favore dell’agricoltura anche estendendo l’arco temporale al periodo 2008-2015. Nel periodo considerato, infatti, il valore aggiunto dell’agricoltura è aumentato di 8,7 punti percentuali (+3% nel periodo 2008-2014), a fronte del +5,2% dei servizi (+4,1% tra il 2008 ed il 2014) e del -8,9% dell’industria (-10.9% tra il 2008 ed il 2014).
Un risultato legato in particolar modo alle performance che hanno interessato il Mezzogiorno. Nel 2015 il valore aggiunto di agricoltura, silvicoltura e pesca nel Sud e nelle Isole è aumentato del 12% (+0,5% per quello dell’industria e +1,5% per quello dei servizi), contro il +6,1% registrato nel Centro Nord (+2,6% per quello dell’industria e +1% per quello dei servizi).
Un divario riscontrabile anche dal confronto dell’andamento del settore primario tra le due aree del Paese nel periodo 2008-2015: nel Mezzogiorno il valore aggiunto dell’agricoltura è cresciuto del 12,8% (-21,2% quello dell’industria e +3,5% quello dei servizi), mentre al Centro-Nord ha riportato un più lieve +6,1% (-6,1% quello dell’industria e +5,8% quello del terziario).
La buona tenuta del settore è osservabile anche dall’andamento delle dinamiche occupazionali. Già a fine 2015 il numero degli occupati nel settore agricolo nel Mezzogiorno è aumentato del 3,8% rispetto all’anno precedente, mantenendosi in crescita anche a inizio 2016: nel primo trimestre si è infatti registrato un +7,4% annuo (contro il +4,6% del Centro-Nord) e nel secondo un +4,3% (contro il +8,6% del Centro-Italia).