Particolarmente importante, anche sul fronte occupazionale, il contributo delle imprese giovanili del meridione sottolineato da diverse analisi
Seppure meno rilevante rispetto al passato – la crisi economica non ha risparmiato nessuno –, i giovani imprenditori italiani continuano a offrire un contributo rilevante all'economia del Paese.
L'indagine Movimprese realizzata da UnionCamere-InfoCamere rileva che, tra gennaio e settembre 2016, gli under 35 italiani hanno creato quasi 90mila imprese – pari al 31% del totale delle nuove imprese nate in Italia –, un numero superiore a quello delle attività condotte da un giovane che sono state costrette a chiudere i battenti nello stesso periodo (40mila circa).
Per quanto consistente, il rapporto osserva che il dato relativo alle imprese create dai giovani italiani è leggermente inferiore rispetto a quello degli anni passati.
La crisi economica non ha fatto sconti nemmeno ai più giovani, del resto: qualche settimana fa, un'elaborazione della Camera di Commercio di Milano sui dati del registro imprese del 2015 e del 2016 sottolineava che attualmente gli under 34 italiani creano un impresa su dieci (10%). Una percentuale notevole, ma in leggero calo rispetto al passato: cinque anni fa erano l'11,4%.
Al di là degli effetti della crisi economica, in Italia, ad oggi le imprese giovanili sono circa 600mila – ovvero il 10% del totale delle imprese attive nel nostro Paese – e si concentrano in gran parte nei settori tradizionali (commercio, costruzioni e attività dei servizi di alloggio e ristorazione).
Particolarmente importante, poi, il dinamismo delle imprese giovanili del meridione, sottolineato sia da UnionCamere-InfoCamere – le nuove attività under 35 superano il 38% delle iscrizioni totali dei primi nove mesi del 2016 in Basilicata, Calabria e Molise – che dalla Camera di Commercio di Milano. Secondo cui la maggior parte dei posti di lavoro creati dai giovani imprenditori (845mila) sono riconducibili proprio alle imprese del mezzogiorno.