Tuttavia quelli che riescono a sopravvivere ai primi anni di vita offrono un contributo importante alla creazione di nuovi posti di lavoro
© -afp
Gli ultimi dati di Movimprese – l'indagine condotta da Unioncamere e InfoCamere sulla natalità e la mortalità delle imprese registrate presso le Camere di Commercio –, relativi al primo trimestre 2017, certificano che gli artigiani italiani vivono momenti (ancora) difficili. Segnali positivi non mancano, in realtà.
Tra gennaio e marzo 2017, sono nate meno imprese di quante contemporaneamente hanno cessato la propria attività. Una performance che non deve sorprendere più di tanto: Unioncamere osserva che “storicamente” i primi tre mesi dell'anno si chiudono in “rosso”.
Il saldo è negativo anche per le imprese artigiane (-10.924 unità). Una notizia parzialmente positiva c'è, però: negli ultimi dieci anni, Unioncamere non ha mai registrato un saldo migliore tra le imprese artigiane italiane. Il motivo? Il numero di cessazioni è sceso sotto la soglia delle 40mila unità, il valore più basso fatto registrare nell'ultimo decennio.
Complessivamente il totale delle imprese presenti nei registri camerali alla fine di marzo risulta pari a 6.038.746 unità, di cui 1.327.006 artigiane. La situazione è ancora delicata per molte imprese artigiane. Quelle che riescono a sopravvivere, però, offrono un contributo importante alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Oltre a sottolinearne il dinamismo – tenendo conto delle 260 giornate all'anno in cui è possibile registrare un'impresa, nel corso del 2016 ne sono nate 319 al giorno –, uno studio condotto da Confartigianato dimostra che le imprese artigiane, che sopravvivono ai primi anni di vita, “si irrobustiscono e forniscono” un impulso decisivo all'occupazione.
Analizzando i dati dell'ISTAT, Confartigianato evidenzia che il 50% delle imprese nate del 2010 sopravvive dopo quattro anni, ma il loro contributo alla crescita dell'occupazione è decisivo: le imprese sopravviventi al 2014 contavano 193.541 addetti nel 2010 e dopo quattro anni ne contano 341.375, con un incremento di 147.834 unità, pari al 76,4% (l'incremento è ancora più notevole nel settore manifatturiero, maggiormente esposto alla concorrenza internazionale: +100,6%).