Imprese

I ritardi dei pagamenti ostacolano la crescita

Secondo Bruxelles, il rispetto delle regole sul ritardo dei pagamenti protegge le aziende, preservandone la competitività

16 Feb 2017 - 10:01

La Commissione europea ha chiesto all'Italia di rispettare la direttiva sui ritardi dei pagamenti. La pubblica amministrazione italiana, infatti, impiega troppo tempo per saldare quanto dovuto ai propri fornitori - 131 giorni, secondo gli ultimi dati di Intrum Justitia -, danneggiandone, sostiene Bruxelles, la competitività.

Il richiamo della Commissione europea non è immotivato: l'Italia non rispetta ancora la direttiva europea, che doveva essere recepita dagli Stati membri entro il 16 marzo del 2013. Attualmente le amministrazioni pubbliche europee devono pagare i beni e i servizi acquistati entro 30 giorni o, in casi eccezionali, entro 60 giorni.

Quello relativo al ritardo dei pagamenti non è un problema solo italiano, in realtà. Oltre al nostro Paese, la Commissione europea ha invitato a conformarsi alle regole anche la Grecia, la Spagna e la Slovacchia. Quanto sostenuto da Bruxelles – secondo la Commissione europea, il rispetto delle regole sul ritardo dei pagamenti protegge le imprese dell'Unione europea, preservandone la competitività – vale soprattutto per le realtà imprenditoriali di piccole e medie dimensioni.

Come dimostrato ampiamente dai dati contenuti nell'European Payment Report 2016, il rapporto sui pagamenti condotto da Intrum Justitia. Secondo il report – l'indagine ha coinvolto 9.440 imprese di 29 Paesi europei –, il 41% delle piccole e medie imprese europee sostiene che i ritardi dei pagamenti rappresentano un freno alla propria crescita (la quota scende al 30% tra le grandi imprese). Ma c'è anche a chi va peggio: per il 35% delle PMI europee i ritardi dei pagamenti rappresentano un rischio per la loro sopravvivenza (dicono lo stesso il 23% delle grandi imprese).

La ricerca suggerisce che una maggiore puntualità nei pagamenti avrebbe un impatto positivo sul fronte occupazionale: in Europa il 33% delle aziende (circa 7,7 milioni) sostiene che potrebbe assumere più personale se fosse pagata più velocemente. In Italia la percentuale è del 28%, pari ad oltre 1 milione di aziende.

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