Lo scorso anno si è chiuso con un tessuto imprenditoriale più numeroso che continua ad offrire un contributo importante sul fronte occupazionale, anche tra le imprese di micro e piccole dimensioni
Il dato è in linea con quello dell'anno precedente – il 2016 è terminato con 41 mila imprese in più rispetto al 2015, quando il saldo fu positivo per 45.181 unità –, anche se non riguarda tutti gli ambiti d'attività.
Circa il 60% delle 41mila imprese registrate in più nel 2016 da Movimprese, l'indagine di Unioncamere e InfoCamere sulla natalità e la mortalità delle imprese italiane registrate presso le Camere di Commercio, è attivo infatti in soli tre settori: il turismo, il commercio e i servizi alle imprese. Ad altri comparti (costruzioni, manifatturiero) è andata meno bene, nonostante un generale rallentamento delle chiusure – nel 2016 sono state 322.134 – che ha compensato il numero più basso di iscrizioni degli ultimi dieci anni (363.488).
Il 2016 si è chiuso dunque con un tessuto imprenditoriale più numeroso e che continua ad offrire un contributo importante nella creazione di nuovi posti di lavoro. Tra gennaio e dicembre dello scorso anno, è proseguita la crescita dell'occupazione nelle micro imprese e nell'artigianato (+2,4% su base annua) come avvenuto nel 2015 (i dati sono dell'Osservatorio della CNA, che passa in rassegna un campione di 20.500 imprese artigiane, micro e piccole con 125mila dipendenti).
Dall'analisi dei dati emerge che l'incremento è riconducibile principalmente al calo delle cessazioni (-7,1%) e all'incremento del tempo determinato. L'Osservatorio della CNA osserva che si è esaurito l'effetto degli incentivi sulle assunzioni a tempo indeterminato, in calo del 43,7% rispetto al 2015. A crescere dell'11% nell'arco di un anno sono le assunzioni con contratti a tempo determinato, che rappresentano il 63% del totale dei nuovi posti di lavoro.
Secondo la CNA, il dato dimostra “che, in questa fase, la flessibilità è un fattore importante per favorire la crescita occupazionale nelle imprese più piccole”. Anche i contratti di apprendistato crescono del 25,7%. Il tempo indeterminato resta comunque il contratto più utilizzato dalle micro e le piccole imprese dell'artigianato e viene applicato al 76,3% dei dipendenti.