Secondo il Centro Studi ImpresaLavoro, in Italia il ritmo dei fallimenti è impressionante: ogni giorno lavorativo, chiudono per insolvenza 57 aziende
Il Centro Studi ImpresaLavoro sostiene che, alla fine di quest'anno, in Italia le imprese fallite dall'inizio della crisi economica supereranno le 100mila unità.
La stima, realizzata dalla rielaborazione dei dati forniti dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico (OCSE) e da CRIBIS D&B, evidenzia un incremento impressionante del numero degli imprenditori che hanno chiuso la propria attività.
Del resto, le difficoltà della crisi economica non ha risparmiato nessuno, anche se alcuni settori – le costruzioni, in particolare – hanno sofferto probabilmente più di altri.
Rispetto a sei anni fa, osserva il Centro Studi ImpresaLavoro, i fallimenti in Italia sono cresciuti a ritmi vertiginosi, passando dai 9.384 del 2009 ai 14.585 del 2015 (+55,42%).
Un incremento che non ha eguali tra i nostri principali partner europei, con la Francia che rappresenta l'unica eccezione. Insieme a quella italiana, infatti, l'economia transalpina è l'unica ad essere caratterizzata da un numero di imprese fallite superiore rispetto a quello registrato nel 2008, anche se le proporzioni del fenomeno francese sono decisamente più limitate rispetto al caso italiano.
Lo studio osserva che, in tutte le altre grandi economie monitorate periodicamente dall'OCSE, il numero delle aziende costrette a chiudere per insolvenza sono in calo: Spagna (-4,45%), Germania (-22,90%) e Olanda (-30,25%).
Nel corso degli ultimi mesi, la situazione sembra essere leggermente migliorata: basandosi sui dati relativi al primo e al secondo trimestre del 2016, il Centro Studi ImpresaLavoro scrive che il numero dei fallimenti dovrebbero subire “un piccolo rallentamento” rispetto all'anno precedente.
Nel 2016 dovrebbero fallire complessivamente 14.348 imprese, 237 in meno del 2015 e circa mille in meno rispetto “al picco” registrato nel corso del 2014.
Il Centro Studi ImpresaLavoro invita a non accogliere con “ottimismo” il dato relativo al 2016, in quanto i livelli precedenti la crisi economica – nel 2009 fallirono 9.384 imprese – rimangono ancora molto lontani.