Se al momento di pagare l'Imposta municipale propria si è commesso un errore, si può ancora rimediare. Ecco come farlo, anche senza incorrere in sanzioni
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Imu 2024: cosa succede in caso di omesso pagamentoPagamento Imu 2024 sbagliato: cosa si rischiaVersamento Imu 2024 sbagliato: cosa fare dopo la scadenzaRavvedimento operoso e sanzioni: a quanto ammontano?Agenzia delle Entrate e Imu 2024: chi controlla i pagamenti
Fino al 17 giugno 2024 c'era tempo per pagare la prima rata dell'Imu. Ma cosa succede se ci si è dimenticati di fare il versamento, oppure se si è pagata una cifra sbagliata? In questi casi si rischiano sanzioni che possono diventare anche salatissime. Per evitarle, bisogna procedere a regolarizzare il pagamento prima che venga avviato un accertamento. Lo strumento per rimediare è il ravvedimento operoso.
L'Imposta municipale propria è un tributo che i contribuenti devono pagare per il possesso di immobili, fabbricati, terreni agricoli e aree fabbricabili. Non si applica sulle prime case che non rientrano in una categoria di lusso, mentre per le seconde case si pagheranno in media 1.022 euro. Inoltre, l'imposta non si applica alle case occupate: in questi casi si può ottenere un rimborso. Il pagamento dell'Imu rientra tra le scadenze fiscali di giugno. L'imposta, infatti, va pagata in due rate: entro il 16 giugno si versa l'acconto (quest'anno la scadenza era il 17 giugno, poiché il 16 era domenica). Il saldo va pagato entro il 16 dicembre. Chi lo desidera può, però, pagare tutta la cifra in una sola rata a giugno.
Il contribuente ha la possibilità di sanare la propria posizione corrispondendo all'erario quanto dovuto, ma con l'aggiunta di sanzioni e interessi. Questi ultimi saranno sempre più alti man mano che passa il tempo. Lo strumento per sanare la propria posizione è quello del ravvedimento operoso. L'Agenzia delle Entrate ha pubblicato sul proprio sito una guida con le informazioni e le istruzioni per usufruire di questa possibilità. Ovviamente, è prevista una sanzione amministrativa, che sarà dell'1% per ogni giorno di ritardo nel caso in cui si proceda al ravvedimento operoso entro e non oltre 14 giorni dal mancato pagamento; del 15% se il ritardo è compreso tra i 15 e i 90 giorni, e del 30% se il ritardo è superiore a novanta giorni.
Al momento di calcolare l'Imposta municipale propria si può commettere un errore. Anche in questo caso è possibile rimediare. Il tipo di correzione da fare varia a seconda del momento nel quale ci si accorge di avere sbagliato. In particolare, se ci si accorge dell'errore prima della scadenza del pagamento della rata in acconto o saldo o si può intervenire subito con un nuovo pagamento. Per effettuarlo basterà compilare un modello F24 e indicare nella colonna “importi a debito” la cifra integrativa. Infatti, nel caso in cui si versi tutta la cifra dovuta entro la data di scadenza, si sarà in regola con il pagamento. Anche se si è proceduto con due F24 distinti. Diverso è il caso in cui ci si accorga dell'errore dopo la scadenza ultima del pagamento della rata in acconto o in saldo.
Nel caso in cui ci si accorga di avere sbagliato a pagare l'Imu, ma ormai la data entro la quale andava fatto il versamento è passata, bisogna ricorrere al ravvedimento operoso, che serve appunto per correggere eventuali errori riguardanti il pagamento di un tributo. Ovviamente si pagherà una sanzione e gli interessi, che saranno tanto più alti quanto maggiore è il tempo passato dalla scadenza entro la quale andava effettuato il pagamento.
Si tratta di uno strumento che i cittadini possono utilizzare nei casi di omissioni, errori o ritardi nel pagamento delle imposte. Vale, dunque, anche per l'omissione, il ritardo o l'errato pagamento dell'Imu. Al momento di ricorrere al ravvedimento operoso, i contribuenti si troveranno a dover indicare sull'F24 l'importo del tributo non pagato o della parte di tassa che non è stata pagata a causa di un errore, la sanzione che aumenta in base alle tempistiche entro le quali ci si ravvede e gli interessi. Questi ultimi vengono calcolati sull'importo non pagato al tasso legale vigente. Variano a seconda di quanti giorni sono passati dalla scadenza del pagamento. Quindi, prima ci si accorge dell'errore e si provvede a sanarlo e meno si pagherà. Ma attenzione: l'utilizzo del ravvedimento operoso è possibile solo a quando non viene notificato un atto di accertamento.
Come precisato sul sito dell'Agenzia delle Entrate, utilizzando lo strumento del ravvedimento operoso la sanzione sarà più bassa a seconda di quanto tempo è passato dalla scadenza del pagamento. In particolare, il contribuente può trovarsi in diverse situazioni, per ciascuna delle quali è previsto un ravvedimento operoso. In particolare, i cittadini potranno trovarsi davanti a una delle seguenti fattispecie:
- ravvedimento super breve: quando il pagamento viene effettuato entro 14 giorni dal termine ultimo, la sanzione è dello 0,1%, pari a 1/10 di quella ordinaria dell'1%, per ogni giorno di ritardo;
- ravvedimento breve: se il pagamento avviene tra il 15° e il 30° giorno, la sanzione sarà dell'1,5% sull'importo del tributo dovuto;
- ravvedimento medio: nel caso in cui il versamento viene effettuato entro 90 giorni dalla scadenza, la sanzione sarà dell'1,67%;
- ravvedimento lungo: qualora il pagamento avvenga dopo 90 giorni dalla scadenza, la sanzione sarà del 3,75%. In ogni caso, il versamento deve essere fatto entro un anno;
- ravvedimento lunghissimo: superati i 12 mesi, nel caso in cui il pagamento avvenga entro 2 anni, la sanzione sarà pari al 4,29% (cioè 1/7 della sanzione ordinaria del 30%). Oltre i due anni la sanzione sale al 5%. Infine, qualora si provveda a pagare in presenza di un verbale di constatazione, ma entro la notifica dell’atto di accertamento e prima dell'emissione della cartella esattoriale, bisognerà aggiungere al tributo originario una sanzione del 6%.
L'Imu è una imposta municipale. Il controllo del pagamento, dunque, viene effettuato dal Comune. Nel caso in cui venga riscontrato un omesso, mancato o errato pagamento, l'Amministrazione comunale incaricherà l'Agenzia Entrate Riscossione per il recupero del credito. In questi casi, i cittadini riceveranno una cartella di pagamento. I controlli, comunque, non possono riguardare periodi successivi alla data del 31 dicembre del quinto anno successivo a quello dell'eventuale mancato pagamento.