I consumi alimentari degli italiani

In crescita il consumo di prodotti alimentari “low cost”

Secondo il Centro Studi di Unimpresa, nel 2015 oltre sei famiglie su dieci hanno “provato almeno una volta i discount”

02 Feb 2016 - 04:00
 © lapresse

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Recentemente i consumi hanno lanciato qualche segnale di ripresa – secondo l'ISTAT, nei primi undici mesi del 2015 il valore complessivo delle vendite di prodotti alimentari è cresciuto dell'1,3% su base annua –, ma contemporaneamente la quota delle famiglie, che decide di rivolgersi ai discount che offrono prodotti economici e spesso in offerta, rimane decisamente elevata.

L'ultimo rapporto del Centro Studi di Unimpresa, condotto su campione composto da 18 mila esercizi commerciali associati, ne è una prova evidente. Secondo lo studio, nel 2015 oltre sei famiglie su dieci hanno “provato almeno una volta i discount”, alla ricerca di prodotti economicamente convenienti. Gli acquisti “low cost” sono cresciuti così del 53% in termini di volumi rispetto al 2014.

Tuttavia la cosa non deve lasciare sorpresi. Diverse ricerche hanno certificato che le scelte dei consumatori italiani sono influenzate in larga parte dall'aspetto economico: stando al Rapporto Italia 2016 dell'Eurispes, ad esempio, nel 2015 il 68% degli italiani ha dichiarato di cambiare marca di un prodotto alimentare se più conveniente. Si tratta di una percentuale che, seppure in calo del 13,7% rispetto all'anno precedente, rimane comunque elevata.

Secondo il Centro Studi di Unimpresa, l'acquisto di prodotti scontati (specie di quelli con ribassi dei prezzi superiori anche oltre il 30% rispetto al listino ufficiale) ha “conseguenze inevitabili” sui ricavi degli esercenti: stando alle prime stime, l'impatto sui conti potrebbe avere un'incidenza negativa del 65-70%.

Lo scorso ottobre, analizzando i dati ISTAT, la Coldiretti osservava che i discount alimentari erano la componente più dinamica dell'intera distribuzione commerciale – alimentare e non –, sottolineando che l'aumento di spesa alimentare è il segno più tangibile della ripresa, poiché è la seconda voce del budget familiare dopo l'abitazione ed è destinata ad avere un effetto traino sull'intera economia.

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