La stima per il 2015 indica una diminuzione della spesa per R&S rispetto al 2014 dell’1.8% in termini nominali e del 2,4% in termini reali.
Gli ultimi dati diffusi dall’Istat, relativi alla spesa destinata a Ricerca e Sviluppo intra-muros, indicano un aumento rispetto allo scorso anno, sia in termini nominali che reali. Di conseguenza si registra un aumento anche della sua incidenza sul Prodotto interno lordo. Nel corso del 2015 e del 2016 le rilevazioni potrebbero però registrare una battuta d’arresto.
Dati Istat alla mano la spesa per R&S intra-muros - sostenuta da imprese, pubblica amministrazione, enti privati no profit e Università - è aumentata del 6,2% in termini nominali e del 5,3% in termini reali rispetto allo scorso anno, arrivando a toccare i 22,3 miliardi di euro, contro i 21 miliardi del 2013. Come già spiegato, si è rilevato un aumento anche dell’incidenza di questa spesa sul Pil. Si parla dell’1,38% contro l’1,31% dello scorso anno.
L’aumento del 2014, spiega ancora l’Istituto di statistica, è il risultato dell’aumento riscontrato in tutti settori. Per le imprese la spesa in Ricerca e Sviluppo è aumentata del 7,5%, per le Università del 6,5%, per gli enti no profit del 5,5%, mentre nelle istituzioni pubbliche si registra un più lieve +0,8%.
Risultati che fanno sì che aumenti il contributo del settore privato nel suo complesso (dal 57,7% al 58,3%) e diminuisca quello del settore pubblico (dal 14% al 13,3%), mentre rimane stabile l’apporto delle Università (al 28,4% contro il 28,3% dello scorso anno).
Osservando la ripartizione territoriale della spesa, si può notare come l’aumento più consistente abbia interessato le regioni del Mezzogiorno, con un +12,6%, seguite da quelle del Nord-Ovest, dove la spesa in R&S è aumentata del 5,7%. Aumenti più contenuti hanno interessato invece il Nord-est e il Centro, dove si registrano rispettivamente aumenti del 4,6% e del 4,1%.
Passando all’impatto che le attività di Ricerca e Sviluppo hanno sul mercato del lavoro, l’Istat spiega che un aumento del personale impegnato in questo genere di attività pari al +1,1% rispetto al 2013, arrivando a toccare le 118.183 unità. L’unico settore ha registrare una flessione degli occupati è quello pubblico, con un -1,3%.
La nota dolente arriva però dalle stime per il 2015 e per l’anno in corso. Secondo le programmazioni formulate dalle imprese prese in considerazione dall’Istat , lo scorso anno la spesa in ricerca e sviluppo potrebbe esser diminuita dell’1,8% in termini nominali e del 2,4% in termini reali. Non solo, l’anno in corso potrebbe chiudere con un ulteriore -1,4% sul 2015 per la spesa delle istituzioni pubbliche, bilanciando negativamente la spesa totale del Paese (per gli enti no profit è previsto un +2,2% e per le imprese un +5,2%).