Contemporaneamente il tasso di occupazione tra i cittadini stranieri è cresciuto in modo più lieve rispetto a quanto avvenuto tra i lavoratori italiani
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I dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere-InfoCamere certificano la vitalità dei lavoratori stranieri presenti in Italia. Dal 2010 al 2015 il numero delle imprese aperte dai cittadini provenienti da Paesi extra UE è cresciuto di 100mila unità.
Ad oggi le società individuali di lavoratori extra-comunitari sono 350mila, la maggior parte delle quali è attiva nel commercio (161.313), nelle costruzioni (75.742) e nel comparto manifatturiero (29.240).
Contemporaneamente all'aumento delle imprese aperte dai cittadini extra-comunitari registrato lo scorso anno (+22mila), l'ISTAT ha certificato che nel 2015 il tasso di occupazione tra i cittadini stranieri è cresciuto in modo meno consistente rispetto a quanto avvenuto tra i lavoratori italiani (+0,4% per i primi contro un +0,6% per i secondi), mentre la riduzione del tasso di disoccupazione è stata più lieve (-0,7 rispetto a -0,8%).
Ma a quanto ammonta il salario medio di un lavoratore straniero in Italia? Secondo uno studio della Fondazione Leone Moressa, in media un dipendente straniero guadagna 987 euro mensili: circa 300 euro in meno rispetto a quanto percepito da un italiano (-22,9%).
Il rapporto osserva che molto dipende dalla regione dove si lavora (gli stipendi riconosciuti al Nord sono più consistenti di quelli delle regioni meridionali), dal genere (i dipendenti stranieri di sesso maschile percepiscono un salario mensile mediamente più alto delle donne: 1.135 contro 797 euro) e dal settore di attività: i lavoratori stranieri nel settore dei trasporti sono quelli che guadagnano di più (1.348 euro).
Contrariamente a quanto accade tra gli occupati italiani, il titolo di studio e la classe di età non influiscono significativamente sui livelli retributivi dei lavoratori stranieri.