Secondo i dati di Infocamere, ad inizio agosto erano oltre 2.300 per un totale di 11.674 imprese coinvolte
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In Italia, il numero di reti di imprese cresce a ritmi costanti. Si tratta di un trend in atto dal 2012 in poi e che nel biennio 2013-2014 ha registrato una significativa accelerazione.
Le reti di imprese – ovvero forme di aggregazione di imprenditori attorno ad un progetto comune – offrono diversi vantaggi. Quali? Consentono alle imprese coinvolte di accrescere la propria dimensione, condizione fondamentale per agire su mercati di dimensioni mondiali, senza per questo rinunciare alla propria indipendenza. Evidentemente abbastanza per convincere un numero crescente di imprenditori a seguire tale percorso.
Infatti, secondo i dati di Infocamere delle Camere di commercio aggiornati al 3 agosto 2015, in Italia le reti di imprese sono 2.304, per un totale di 11.674 imprese coinvolte: 3.579 imprese in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, in pratica.
Fino ad oggi, le reti hanno unito imprese molto differenti tra loro. Secondo un rapporto curato da Intesa Sanpaolo – Mediocredito italiano, che ha analizzato la composizione e le performance delle imprese entrate in rete nel 2011, le differenze hanno riguardato tanto la classe dimensionale (poco meno di una rete su tre è composta da imprese della stessa dimensione) quanto il comparto produttivo e il macro-settore d'appartenenza: il 55,5% delle reti è costituito da imprese di macro-settori diversi (agroalimentare, costruzioni, servizi...) mentre il 28,4% delle reti è formata da imprese operanti nello stesso macro-settore, ma appartenenti a diversi comparti produttivi.
Niente ha impedito alle reti di imprese di conseguire buoni risultati. Sempre secondo Intesa Sanpaolo, le imprese entrate in rete nel 2011 hanno registrato tra il 2012 e il 2013 un decremento del fatturato più contenuto rispetto a quello delle imprese non in rete (-3,6% contro -4,9%).
I dati sono stati positivi anche sotto il profilo reddituale: in termini di EBITDA – ovvero l'utile prima degli interessi passivi, imposte, svalutazioni e ammortamenti su beni materiali e immateriali –, le imprese in rete hanno guadagnato 2 decimi di punto percentuale (passando al 7,9% nel 2013 dal 7,7% del 2011) rispetto ai 2 decimi persi dalle altre imprese, scese dal 7,8% del 2011 al 7,6% del 2013. Risultati che, per quanto positivi, sono stati accolti con molta cautela. Lo strumento rete, osserva Intesa Sanpaolo, ha iniziato ad avere una buona diffusione dal 2012 in poi, con un'accelerazione significativa nel periodo compreso tra il 2013 e il 2014. Il report è stato condotto invece su un numero ristretto di imprese in rete. Quelle attive nel 2011.